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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Videosorveglianza anti-maltrattamenti in asili e case di riposo: è la soluzione migliore?

Il via libera al provvedimento è vicino, anche se sulle coperture mancano certezze. Gli episodi di maltrattamenti ai danni di bambini negli asili o di persone anziane in strutture di cura sono frequenti: ma la sorveglianza preventiva ha anche lati oscuri

La prossima settimana dovrebbe essere quella decisiva. "Siamo a un passo, ma fino all'ultimo tengo le dita incrociate...", dice Annagrazia Calabria, deputata Fi, prima firmataria del ddl sulla videosorveglianza in asili e strutture per anziani e disabili. La scorsa settimana il provvedimento è approdato nell'aula di Montecitorio per la discussione generale. Per martedì pomeriggio è fissata la seduta per l'esame degli emendamenti e il voto finale. Emendamenti che sono appena una ventina, visto che il grosso è stato 'smaltito' in sede referente in commissione. Insomma, martedì potrebbe arrivare il via libera alla legge. Un primo sì. Il ddl dovrà poi andare al Senato. Resta ancora aperto il nodo sulle coperture. "Nel mio ddl - dice la deputata all'Adnkronos- parliamo di 5 milioni di euro per il primo anno. Confidiamo nel buonsenso del governo. Stiamo parlando di bambini, anziani... Sono certa che i fondi si troveranno". La legge trae ispirazione dai casi di cronaca su violenze e maltrattamenti in asili o case di riposo e il provvedimento ha trovato un consenso largo tra le forze politiche. A partire, ovviamente, da quelle di maggioranza. 

Non è stato semplice trovare la quadra. "E' stato un lavorone... - dice Calabria - abbiamo convinto i 5 Stelle che avevano delle perplessità. Ora resta solo qualche dubbio soprattutto nel Pd". Gli emendamenti che verranno esaminati in aula, infatti, arrivano per lo più dai dem e riguardano i due punti più 'caldi' del provvedimento: ovvero la privacy e il rapporto tra maestre-alunni e operatori sanitari-pazienti. Nodi sui quali, prosegue Calabria, "abbiamo lavorato. Abbiamo migliorato la legge raccogliendo le indicazioni del garante della Privacy che infatti ha riconosciuto questi miglioramenti rispetto al testo presentato nella scorsa legislatura (approvato alla Camera ma poi non esaminato dal Senato, ndr). Perchè, sia chiaro, noi non intendiamo controllare nessuno ma vogliamo proteggere la sicurezza di bambini, anziani e disabili. E vogliamo fornire con questa legge anche uno strumento di difesa agli insegnanti e operatori che potrebbero essere ingiustamente accusati".

Il ddl è composto di 7 articoli. Il primo spiega le finalità della legge ovvero quella di "prevenire e contrastare, in ambito pubblico e privato, condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità". E proprio la videosorveglianza viene individuata come uno strumento appunto di prevenzione e contrasto. Si tratterà di telecamere a circuito chiuso, è vietato l'uso di webcam. Il tutto, assicura Calabria, nel rispetto della privacy. 

Arrivano le telecamere negli asili nido: "Prevenzione contro i maltrattamenti"

La videosorveglianza è la soluzione migliore?

Basta leggere i giornali: gli episodi  di maltrattamenti ai danni di bambini negli asili o di anziani in strutture di cura sono effettivamente frequenti, anche per la grande "visibilità" che viene data ai filmati degli abusi su tutti i tg, quando scattano denunce e arresti. Ma la videosorveglianza è la soluzione o solo una reazione "di pancia", nella speranza (non confortata da studi approfonditi) che le telecamere fungano sempre e comunque da deterrente?

Va chiarito un punto: le telecamere si possono già mettere, se c’è il sospetto di reato e viene presentata denuncia alle forze dell'ordine. Saranno loro, e solo loro, a valutare se sia necessario indagare e con quali strumenti. La sorveglianza preventiva è un’idea che cozza con ogni fondamento di Stato di diritto. Proprio come per le intercettazioni telefoniche non si intercetta, per ovvi motivi quantomeno pratici, la totalità della popolazione italiana per prevenire reati: si intercettano alcuni telefoni, e solo se c’è il sospetto di reato. Il tema privacy, poco ma sicuro, andrà approfondito.

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