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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'orco in casa

Aumentano le donne vittime di violenza, autori quasi sempre italiani

I dati dell'associazione D.i.Re: nel 2021 sono state accolte 20.711 richieste di aiuto, il 3,5% in più rispetto al 2020. Solo 3 volte su 10 a compiere atti violenti sono stranieri. Tutti i dati e le informazioni utili per chi ha bisogno di supporto

Picchiate, umiliate, maltrattate, spesso tra le mura domestiche. Cresce il numero delle donne vittime di violenza. Nell 2021 sono state accolte complessivamente 20.711 le donne aiutate dall'associazione nazionale D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza. Un numero in crescita del 3,5% rispetto al 2020. A compiere violenza sono prevalentemente uomini italiani. Gli stranieri sono solo il 27%. Il dato è contenuto nel nuovo report dell'associazione che ha lo scopo di illustrare i servizi offerti, raccogliere dati sulle donne accolte, sulle violenze subite e sull'autore della violenza. Attraverso questo lavoro di monitoraggio e analisi dei dati raccolti, è anche possibile mettere in evidenza le caratteristiche della violenza nelle sue diverse forme, spesso anche demolendo gli stereotipi che ammantano il fenomeno.

Le caratteristiche della donna che si rivolge a un centro antiviolenza D.i.Re sono consolidate negli anni: per quanto riguarda l'età, anche nel 2021 quasi la metà (46%) delle donne accolte ha un'età compresa tra i 30 e i 49 anni. I Centri della Rete accolgono prevalentemente donne italiane (solo il 26% hanno una diversa provenienza), un dato costante negli ultimi anni (26% nel 2020 e 26,5% nel 2019) e allineato con il dato nazionale Istat del 2020 (27,7%) e del 2019 (28%).

L'autore della violenza è prevalentemente italiano (soltanto il 27% è straniero). "Questo dato oramai consolidato negli anni (con scostamenti non significativi) - dicono dall'associazione - mette in discussione lo stereotipo diffuso che vede il fenomeno della violenza maschile sulle donne ridotto a retaggio di universi culturali situati nell'altrove dei Paesi extraeuropei".

I centri della Rete sono presenti in tutte le regioni italiane, tranne che nella Regione Molise, ma sono distribuiti non omogeneamente: nell'area del nord si trovano oltre la metà dei centri (58 pari al 55%) divisi non equamente tra Nord-Est e Nord-Ovest; in quella del centro 24 centri (pari al 23%) e tra sud (16) e isole (8) si arriva a 24 centri (pari al 23%).

Insieme al numero delle donne accolte, è aumentata anche la risposta che i Centri antiviolenza danno sul territorio. Le organizzazioni della Rete che hanno partecipato all'indagine (81 su 82), attraverso i loro 106 Centri antiviolenza, gestiscono 182 Sportelli antiviolenza con un incremento del 25% rispetto al 2020. Oltre la metà dei Centri (58,5% dei casi) può contare su almeno una struttura di ospitalità (62 in totale), con un'offerta di 185 appartamenti e 1023 posti letto Le attività che i Centri garantiscono alle donne sono sempre varie: accoglienza e possibilità di consulenza legale nella quasi totalità dei casi, consulenza psicologica e percorsi di orientamento al lavoro in circa il 90% dei casi. Nella comparazione con il 2020 emerge un incremento per il servizio di orientamento al lavoro, che passa dall'88% al 94% dei Centri. Questo dato è particolarmente significativo se si pensa che una donna su tre (31,9% tra disoccupate, casalinghe e studentesse) è a reddito zero, in linea con il 2020 (32,9%) e il 2019 (33,8%). Solo il 37% (tra occupate e pensionate) può contare su un reddito sicuro.

Resta il problema della mancata denuncia. Soltanto il 28% delle donne accolte decide di denunciare, percentuale che rimane sostanzialmente costante negli anni. Per l'associazione non è un dato che stupisce: "La vittimizzazione secondaria da parte delle Istituzioni che entrano in contatto con le donne (servizi sociali, forze dell'ordine, tribunali ecc.) continua a frenare l'avvio di un rapporto di fiducia con le donne che intendono rivolgersi alla giustizia. L'attività dei centri si sostiene per gran parte sul lavoro volontario delle attiviste, di cui solo il 33, 3% è retribuito, anche a causa della scarsità e non strutturalità dei fondi".

"I numeri confermano l'importanza dei centri della nostra Rete:.20.711 donne nel 2021, il 3,5% di contatti in più rispetto al 2020, l'8,8% in più le donne che non avevano mai chiamato il Centro antiviolenza. Dietro ogni numero che leggete c'è una storia, la storia di ogni singola donna, che crede nella possibilità di uscire dalla violenza, dà fiducia ai nostri centri: l'aumento di donne che a noi si rivolgono lo leggiamo in questa luce", dice Antonella Veltri, presidente D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza. Per Veltri "Sono numeri che danno la misura del lavoro che le 2.793 attiviste, di cui solo poco più del 30% retribuite, svolgono per dare forza alle donne. Non basta approvare un Piano antiviolenza se mancano le linee guida attuative: siamo in attesa di questo, dell'impegno concreto del governo sul tema della violenza maschile alle donne, per il 2021-2023. La fotografia annuale che presentiamo ci conferma che i nostri presidi territoriali sono baluardi imprescindibili nella prevenzione e nel contrasto della violenza alle donne. Lavoriamo per le donne e con le donne. Continueremo a farlo perché crediamo nel valore e nel potere che abbiamo di trasformare il modello culturale patriarcale da cui prende origine ogni forma di violenza alle donne".

Il numero 1522 per chiedere aiuto

Per le donne in difficoltà è stato attivato il numero 1522, gratuito e attivo 24 ore su 24. Si può chiamare da rete fissa e mobile. L’accoglienza è disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo ucraino, portoghese, polacco. Le operatrici telefoniche dedicate al servizio forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime di violenza di genere e stalking, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati presenti sul territorio nazionale. Il 1522, attraverso il supporto alle vittime, sostiene l’emersione della domanda di aiuto, con assoluta garanzia di anonimato. I casi di violenza che rivestono carattere di emergenza vengono accolti con una specifica procedura tecnico-operativa condivisa con le forze dell'ordine.

La pagina web del  servizio 1522 fornisce invece la mappatura aggiornata dei centri antiviolenza  e di altri servizi a cui le operatrici indirizzano le vittime.  

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