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Giovedì, 25 Aprile 2024
La procura smonta la tesi della caduta / Messina

Morte di Viviana e Gioele, i familiari volevano portarla da un esorcista: "Impazzita, era fuori di testa"

Le intercettazioni allegate alla richiesta di archiviazione della procura, convinta che si tratti di omicidio-suicidio, gettano nuova luce sui risvolti familiari della tragedia di Caronia

Viviana Parisi "era andata fuori testa", tanto che i familiari avrebbero voluto "portarla da un esorcista" perché preoccupati per il suo comportamento. E questa instabilità avrebbe portato al tragico epilogo: grazie anche alle intercettazioni, emergono nuovi elementi nell'inchiesta sulla morte della deejay 43enne scomparsa insieme con il figlio Gioele, 4 anni, il 3 agosto del 2020, e ritrovata morta l’8 agosto insieme al piccolo nei boschi di Caronia (Messina).

Morte di Viviana Parisi, perché per la procura è omicidio-suicidio

Per la procura di Patti, che ha chiesto l’archiviazione del caso, non c’è alcun dubbio sul fatto che Viviana si sia tolta la vita, e che abbia prima ucciso il figlio. La tesi degli avvocati del marito di Viviana, Daniele Mondello, è invece diversa: per la famiglia la donna sarebbe caduta in un pozzo col figlio ed entrambi sarebbero morti asfissiati, una tesi che per la procura "non ha alcun fondamento valido", come si spiega nella richiesta di archiviazione del fascicolo.

"Alcuni difensori dei familiari di Viviana Parisi hanno avanzato una suggestiva ipotesi sulla sorte della donna e del suo bambino: Viviana e Gioele sarebbero 'precipitati' in un  pozzo profondo 3 - 5 metri, con circa mezzo metro d'acqua al suo interno, per morire entrambi in seguito a 'asfissia in acqua'", elenca il procuratore Angelo Vittorio Cavallo nella richiesta di archiviazione visionata dall’Adnkronos. "I sostenitori di questa tesi - prosegue il procuratore - ammettevano di non poter stabilire se Viviana e Gioele fossero precipitati accidentalmente all'interno di tale pozzo o se, invece, fossero stati intenzionalmente lanciati da qualcuno. I corpi di Viviana e Gioele, successivamente, sarebbero stati prelevati ed estratti dal pozzo, dopo la loro morte, da parte di soggetti sconosciuti, tramite l'utilizzo di un qualche strumento (forcipe o altro). Tali soggetti, dopo avere prelevato il corpo di Viviana dal pozzo, avrebbero collocato il suo cadavere ai  piedi del traliccio, così operando un vero e proprio 'depistaggio'".

Una tesi che per la procura è appunto "suggestiva" e che non avrebbe "alcun fondamento" perché smentita dai risultati dell’autopsia e da una serie di “osservazioni specifiche. In primo luogo, il sopralluogo ed i successivi accertamenti tecnici hanno evidenziato come la mano destra di Viviana abbia 'artigliato' alcuni arbusti presenti al suolo, assumendo la posizione di quiete nella quale è stata poi rinvenuta - spiega la procura - ebbene, appare assai difficile ipotizzare che gli autori del  fantomatico depistaggio possano aver usato un accorgimento così 'raffinato'".

Per la procura, che ha indagato per omicidio e omissione di atti d’ufficio, nessun accertamento effettuato indica dunque una morte per asfissia o annegamento, né ci sarebbero tracce di trascinamento o spostamento del corpo o segni di violenza da parte di terze persone. La tesi degli inquirenti resta quella di un omicidio-suicidio: Viviana, dopo essere rimasta coinvolta in un incidente stradale nella galleria Turdi sull'autostrada Messina-Palermo, all'altezza di Sant'Agata di Militello, avrebbe abbandonato l’auto allontanandosi col figlio verso i boschi, poi avrebbe strangolato il piccolo Gioele e si sarebbe tolta la vita lanciandosi da un traliccio.

Viviana Parisi, le intercettazioni del marito: "Era malata, fuori di testa"

Anche le intercettazioni hanno avuto un peso specifico enorme nelle indagini e nelle conclusioni cui è arrivata la procura. Sotto controllo sia i parenti sia gli amici di Viviana, concordi nel sostenere che la donna era in condizioni psicologiche molto fragili.

Il marito di Viviana, Daniele Mondello, la sera del ritrovamento del cadavere si rivolgeva per esempio così a un amico: "Lei era malata, diceva sempre che mi sarebbe successo qualcosa a me e al bambino. A me e al bambino. Aveva sempre queste paure allucinanti, delle paure pazzesche", si legge nelle intercettazioni visionate dall’Adnkronos, in cui Mondello aggiunge: "Secondo me gli è scoppiato il cuore, gli è venuto un attacco cardiaco... troppo caldo, troppo…". E all’amico che gli sottolinea come qualcosa non vada nella ricostruzione, risponde "sì, perché non si trova il bambino, quella è una cosa strana. Mi stanno massacrando, per quello che mi dicono... io non leggo niente. Che cattiveria. Ma che ne sanno le persone di quello che ho passato io, non si è voluta fare aiutare, io ho fatto il possibile".

Quando l'amico gli prospetta l'ipotesi che qualcuno possa avere preso il bambino, che verrà ritrovato solo il 19 agosto, Mondello risponde: "A me sembra difficile, perché lei era malata, capito? Aveva questo problema qua, di persecuzione, hai capito? Si spaventava che…Le è venuto qualche attacco cardiaco e il bambino è rimasto là solo come un cane".

Sempre dalle intercettazioni, Mondello riferisce che Viviana soffriva di manie di persecuzione e aveva il timore di essere seguita, che le togliessero il piccolo Gioele e che al bambino o al marito capitasse qualcosa: “Invece con l'incidente, là si è ca...ata sotto, chissà cosa gli è sembrato, ha pensato chissà ora cosa succede, o magari gli sembrava di essere inseguita. Perché lei mi diceva così, il fatto di essere seguita... che la seguivano con le macchine grosse... per esempio ti vedeva a te che avevi la macchina, che tu hai la X... là... che cazzo è... e a lei gli sembrava che inseguivano a lei se è il caso. Diceva che la inseguivano macchine grosse. … Aveva questa cosa qua. Sì sì. Che la seguivano, che la guardavano… sì, manie di persecuzione. … e si si... si fissava, si fissava…".

La cognata: "Volevo portarla dall’esorcista"

Anche la cognata di Viviana, Mariella Mondello, è stata intercettata, e il giorno successivo al ritrovamento del corpo del piccolo Gioele si rivolgeva così a un’amica al telefono: "La volevo portare dal prete, quello là di Gazzi, che è un prete esorcista…", e ancora "tutte ste crisi… poi una le pensa tutte".

"Sono arrabbiata con Viviana ... io sono arrabbiata perché lei, va... a mio nipote me lo ha ammazzato lei! Per la sua testa, per le sue cose, noi ci abbiamo messo tutto il nostro impegno, ma lei non si è voluta curare…!", è il contenuto di un’altra telefonata fatta da Mariella Mondello, che aveva sempre sostenuto però con gli inquirenti che la cognata fosse una madre devota e amorevole per Gioele. Eppure le intercettazioni successive alla tragedia sembrano indicare che la famiglia sapesse dei problemi di Viviana, caduta in depressione e ricoverata due volte, pur non volendolo rivelare agli inquirenti. Intercettazioni in cui si evinche anche che la cognata di Viviana rimproverava ai genitori della donna di non avere fatto abbastanza, e al fratello di averla lasciata sola con Gioele nonostante le sue condizioni. Mettendo in conto, anche, che potesse effettivamente essersi tolta la vita.

"Sempre con il senno del poi… questo bambino non doveva essere lasciato solo con sua madre", dice un'amica cui Mariella Mondello replica: "Quella una bastarda era". In un'altra conversazione telefonica intercettata sempre Mondello torna a parlare di Viviana: "Lei ogni tanto diceva: io non voglio vivere in questo mondo". Poi racconta cosa è accaduto la mattina del 3 agosto, così come riferitole da Daniele Mondello: "Hanno fatto colazione insieme, poi lei gli ha detto… aspetta, poi lei gli ha detto che voleva uscire, e lui gli ha detto: vengo anch'io a Milazzo con voi, ah… no, no, ma perché non ti fidi? perché c'è… c'è il bambino, tipo gliel'ha buttata cosi… e lei gli ha detto: no, ma sai, io mi sento pure, non voglio rimanere a casa sola perché ho… ho avuto un attacco di panico, da sola.. Doveva vincere sempre lei, doveva vincere, ha fatto vincere sempre lei, e lui per fare vincere sempre lei… ha perso pure il bambino!".

Per Mariella Mondello quella mattina Viviana voleva portare il figlio alla Piramide della Luce, un'installazione alta 30 metri in acciaio a Motta d'Affermo, dove ogni anno a giugno si svolge 'il rito della luce': "È vero che doveva andare lì, alla Piramide della Luce, perché lei gliel'aveva detto anche a Carmen che doveva andare lì per… santificare suo figlio, che c... ne so, lei doveva andare la, te lo dico io, poi lei ha avuto…", continua Maria Mondello, che aggiunge riferendosi a Viviana: "È andata fuori di testa, è impazzita. Io ho fatto tutto il possibile, è lei che non si è fatta aiutare".

La madre: "È impazzita"

Anche la madre di Viviana, Carmela Trusso, ha confermato lo stato psicologico della figlia soprattutto nel periodo di lockdown: “È andata proprio fuori di testa, gioia mia", ha detto parlando al nipote Agostino, ricordando l’abitudine della figlia di leggere la Bibbia ad alta voce fuori dalla chiesa: "Quando lei ha avuto questa crisi qua che è stata all'ospedale… anche se ha avuto un'altra ricaduta ed è finita di nuovo all'ospedale, perché poi pensava che magari il marito non le volesse bene, che la tradisse… ogni tanto cadeva... Daniele gli aveva proibito pure di leggere la Bibbia, gli ha detto guai a te... io te la tolgo, te la brucio, non leggere più la Bibbia. Era dimagrita, non stava tanto bene, però lei si manifestava che stava bene".

La procura, anche alla luce delle numerosissime intercettazioni che confermavano lo stato di Viviana, ha quindi deciso per l’archiviazione: "Appare del tutto fondato ritenere che Viviana, subito dopo l’incidente in galleria, una volta uscita dall’autovettura e recuperato Gioele, si sia volontariamente allontanata dalla sede autostradale - spiega nella richiesta - Ella, nel giro di pochi istanti, si nascondeva tra la fitta vegetazione esistente sul bordo autostrada e non rispondeva ai richiami delle persone che la stavano cercando. Molto probabilmente, costei ha deliberatamente atteso che quegli individui andassero via, per poter riprendere a muoversi, insieme al suo bambino".

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