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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Viviana Parisi, "ferite compatibili con una caduta, non è stata colpita con un'arma"

A dirlo è Pietro Venuti, legale della famiglia del marito, che però specifica: "Si tratta di ipotesi". Per ora il medico legale non esclude nulla. Il suocero della vittima: "Con il Covid era cambiata"

Sul corpo di Viviana Parisi "non ci sono ferite da arma da taglio o da fuoco". È quanto emerge dall'autopsia eseguita ieri sera all'ospedale Papardo di Messina. La conferma, spiega AdnKronos, arriva dall'avvocato Pietro Venuti, legale della famiglia del marito della 43enne trovata senza vita sabato pomeriggio nei boschi di Caronia (Messina). Il suo corpo "presenta ferite compatibili con una caduta". Quindi "non è stata colpita con un'arma".

Il legale ha poi aggiunto che stando ai riscontri dell'autopsia, "e visto che le ricerche proseguono a Caronia e Sant'Agata di Militello negli stessi punti degli altri giorni riteniamo che l'ipotesi che si sta perseguendo sia quella del suicidio di Viviana". 

"Le fratture e le ecchimosi" riscontrate dall'autopsia sul cadavere di Viviana, "sono compatibili con una caduta dall'alto, ad esempio il traliccio nei pressi del quale è stata ritrovata Viviana. Si tratta soltanto di mie ipotesi - ha detto Venuti -, saranno ovviamente gli inquirenti a fare chiarezza nei prossimi giorni". A questo punto il legale non esclude che la donna si sia potuta gettare dal pilone sotto il quale è stata trovata senza vita.

Il medico legale: "Non possiamo escludere nulla"

In realtà però l'autopsia non ha sciolto tutti i dubbi. Tutt'altro. "Non possiamo escludere nulla", ha detto a MessinaToday Elvira Ventura Spagnolo, medico legale che ha eseguito l'autopsia. "I dati acquisiti dall'autopsia vanno studiati e valutati nel loro insieme. Abbiamo effettuato esame tossicologico, istologico e genetico insieme ad altri che andranno considerati in maniera comparata. Anche per la causalità della morte, non è ancora possibile stabilire quale sia stato il meccanismo che ha condotto al decesso proprio per l’avanzato stato di decomposizione che non permette di valutare se gli organi interni abbiano subito traumi, con conseguente disancoraggio dalle strutture portanti". 

Per capire com'è morta Viviana dunque bisognerà attendere ancora. Stando a quanto trapelato il cadavere ha un buco in una caviglia, solo una ciocca di capelli ed elementi che quando è stata ritrovata sembravano compatibili con bruciature. Ma tutto questo non può essere valutato subito perché il cadavere è in avanzato stato di putrefazione e solo ulteriori esami potranno chiarire.

Il papà: "Voleva troppo bene al suo bambino, non se ne separava mai"

"Spero che trovino Gioele, ci manca molto", ha detto oggi il papà di Viviana mentre attendeva davanti all'obitorio dell'ospedale Papardo. "L'ho sentita il giorno prima che scomparisse - dice ai giornalisti - aveva acquistato un materassino per il bambino ed era andata al distributore per farlo gonfiare. Non so cosa possa essere successo, ognuno di noi reagisce diversamente". E sul lavoro degli investigatori dice: "Non giudico il lavoro dei altri sono loro stessi che devono giudicarsi". "Lei voleva troppo bene al suo bambino non se ne separava mai, era gelosa. Una volta è andata in Sardegna e l'ha lasciato a me: mi chiamava continuamente per sapere come stava. Daniele è anche una persona speciale e so che erano molto uniti".

Il suocero: "Era dolcissima, ma con il Covid era cambiata"

Affranto anche il suocero, Letterio Mondello:  "Da quando c'è stato il coronavirus era cambiata ma prima era dolcissima. Bravissima. Non lasciava mai il Bambino. Non lo abbandonava mai". "Forse ha fatto rifornimento e poi ha comprato le sigarette, non lo so", dice a chi gli chiede perché la donna fosse andata a Sant'Agata di Militello. "Non ho paura che Daniele venga coinvolto nelle indagini, perché non ha fatto nulla di male", dice. "Aspetto qui per vedere quello che sta succedendo", spiega. "Io ho un'idea ma non posso dire niente".

Le analisi su larve e insetti

Intanto, il professor Stefano Vanin, l'entomologo forense di Genova, che ieri ha partecipato all'autopsia sul cadavere, è al lavoro per scoprire l'orario del decesso della deejay di 43 anni. Vanin, noto per essere stato il perito nei casi di Yara Gambirasio, Melania Rea e Lucia Manca, lavora sulle larve e gli insetti trovati sul corpo per potere stimare con precisione il momento della morte. E, soprattutto, se l a donna è morta lì o è stata trasportata sul posto da qualcuno.

Ecco perché ieri pomeriggio, prima di recarsi all'ospedale Papardo di Messina, l'entomologo forense ha fatto un sopralluogo nel posto in cui è stato trovato il corpo della donna per prelevare dei reperti, insetti e larve. Da oggi è al lavoro per il lavoro di laboratorio, per "l'identificazione della specie, il confronto con i dati termici e quindi si arriverà a una stima dei tempi del decesso", ha detto.

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