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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso

Vodafone confessa: "I governi spiano i telefoni dei cittadini"

Il colosso britannico delle telecomunicazioni rivela: "Esistono cavi collegati alle reti che permettono ai governi di controllare telefonate e scambi dati". Gli italiani sono i più spiati

ROMA - Dove, cosa, come, quando e perché. Tutto grazie a un cellulare. Per le agenzie governative i cittadini non hanno segreti. E se fino ad oggi a sostenerlo era "soltanto" Edward Snowden, l'ex contractos della Nsa americana e talpa del Datagate, ora arriva una clamorosa - e per certi versi inaspettata - conferma autorevole. A squarciare il muro del silenzio e dell'omertà e a fare "coming out" è niente meno che Vodafone, uno dei più grandi operatori telefonici al mondo, in un rapporto-confessione lungo novanta pagine

La compagnia britannica rivela l'esistenza di cavi associati alle sue reti che permettono alle agenzie governative di ascoltare le conversazioni e controllare gli scambi degli utenti in sei dei ventinove paesi in cui opera. "Volgarmente": i governi hanno la possibilità perenne di spiare i cittadini senza alcun mandato, né richiesta. 

L’azienda precisa anche, per fugare i pochi dubbi rimasti, che i cavi sono collegati alla sua rete come a quelle di altri gruppi di telecomunicazioni. "Questi sono gli scenari da incubo che ci immaginavamo", ha commentato Gus Hosein, direttore esecutivo della Privacy International del Regno Unito. "Non ho mai pensato che le società di telecomunicazioni sarebbero state complici fino a questo punto".

"Esistono questi cavi. Il modello di accesso diretto esiste. Stiamo chiedendo che venga fermato questo accesso diretto utilizzato dalle agenzie governative per ottenere i dati sulle comunicazioni delle persone", ha ammesso Stephen Deadman dell'ufficio privacy di Vodafone. L'operatore chiede che tutti i cavi atti al controllo vengano staccati e invita i governi "a scoraggiare le agenzie e le autorità a insinuarsi nelle infrastrutture di comunicazione di un operatore senza un mandato legittimo". 

Intanto, scuse e pentimenti a parte, i numeri di intercettazioni e spiate fanno paura. Al primo posto, per distacco, l'Italia con ben 605.601 richieste di metadati. Ben lontane la Spagna, "sole" 48mila, e il Portogallo, 28mila. Tutti dati che, evidentemente, rispecchiano solo le richieste rese pubbliche da Vodafone e non tengono conto delle altre reti. 

Come in uno strano gioco del destino, la confessione di Vodafone e i numeri choc delle intercettazioni - diffusi per primi dal "The Guardian" - arrivano ad un anno esatto dalle prime rivelazioni di Snowden. Forse, di sicuro, aveva ragione lui. 

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