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Giovedì, 18 Aprile 2024
Arezzo

È morto Walter De Benedetto

Era uno dei malati simbolo della battaglia per la liberalizzazione della cannabis a scopo terapeutico. L'ultima lettera alla politica lo scorso marzo: "Il dolore non aspetta"

È morto a 49 anni Walter De Benedetto: l'uomo, che viveva a Olmo, nel comune di Arezzo, era uno dei malati simbolo della battaglia per la liberalizzazione della cannabis a scopo terapeutico. Malato da anni di grave forma di artrite reumatoide, nel 2019 era finito sotto processo dopo un blitz nella sua casa da parte dei carabinieri, dove era stata scoperta una serra dove coltivava la cannabis. La dose consentita per legge non era sufficiente a lenire i dolori lancinanti che la malattia gli provocava. Accusato di coltivazione illecita di cannabis, era stato poi assolto dal tribunale di Arezzo nel 2021. Per il gup aretino la produceva e utilizzava a scopo terapeutico per la sua malattia.

La sentenza sulla cannabis destinata a fare storia

De Benedetto con la sua battaglia era diventato un simbolo per coloro che necessitano della cannabis per curare determinate patologie. "Il dolore non aspetta". Così chiudeva l’ultima lettera, lo scorso 17 marzo 2022, rivolta al Presidente della Camera Roberto Fico, alla ministra Fabiana Dadone. "Ci sentiamo scoraggiati perché sembra che il nostro Stato preferisca lasciare 6 milioni di consumatori nelle mani della criminalità organizzata anziché permettergli di coltivarsi in casa le proprie piantine". Nella lettera sollecitava la risposta del Parlamento davanti alla proposta del Ddl sulla Coltivazione Domestica, ancora oggi in discussione in Commissione Giustizia.

"Ha lottato tanto, non solo contro la malattia ma per cambiare questo Paese" ricorda Riccardo Magi, deputato e Presidente di +Europa. "Riposa in pace caro Walter, continueremo a lottare per gli stessi obiettivi, a partire dalla mia proposta sulla coltivazione domestica, che proprio ora è in discussione in Commissione Giustizia e che ti avrebbe evitato un processo e tante preoccupazioni", conclude Magi.

De Benedetto, il simbolo

Ma come funziona la legge consente di accedere alla cannabis per alcuni malati? Dal 2007 i prodotti a base di cannabinoidi si possono reperire direttamente dal sistema sanitario nazionale, che se ne approvvigiona in due modi: il primo è attraverso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, che ne produce circa 500 chili all’anno in un regime di monopolio di Stato; il secondo è d’importazione (per la maggior parte dall’Olanda), per cui l’Italia, attraverso il Ministero della Salute, distribuisce i prodotti alle farmacie private e agli ospedali. Tuttavia soltanto i malati gravi, che rispondano ad una serie di requisiti, possono accedere all’uso della cannabis, ad esempio pazienti affetti da malattie degenerative o malati oncologici. Ma c’è un problema: la domanda di cannabis a scopo terapeutico supera di gran lunga l’offerta. 

"Per questi malati è fondamentale la stabilità terapeutica, avendo non solo lo stesso tipo di farmaco, ma anche la stessa quantità di principio attivo, invece per le norme italiane sempre troppo restrittive, viene messa in costante rischio la loro terapia, negando di fatto loro il fondamentale diritto alla salute" aveva detto a Today.it Riccardo Magi, deputato di +Europa. "La storia di Walter è l’esempio di come la legge in Italia costringa i tribunali a processare i malati che coltivano il proprio farmaco invece di rivolgersi al mercato nero. Per questo bisogna cambiare la legge".

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