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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Roma

"Willy è morto per difendere me"

Federico, compagno di scuola della vittima: "Si è messo tra me e loro. Poi hanno cominciato a picchiarlo in quattro"

«Si è messo tra me e loro. Mi stavano picchiando. Ha cercato di mettere pace. Ma hanno iniziato a picchiarlo in quattro»: comincia così il racconto di Federico, compagno di scuola di Willy Monteiro, che oggi sui giornali racconta i dettagli dellanotte in cui il ragazzo italiano di origine capoverdiana ha perso la vita. E la storia che racconta a Repubblica e Messaggero è drammatica: «Uno di loro lo ha colpito con un calcio micidiale alla pancia. Willy è rimbalzato a terra, facendosi forza sulle braccia ha provato a rialzarsi, ma quello gli ha subito sferrato anche un pugno sulla testa, atterrandolo».

"Willy Monteiro? è morto per difendere me"

Willy andava a scuola con Federico all’istituto alberghiero di Fiuggi. Domenica sera è voluto andare anche lui nei giardinetti di largo Oberdan dove Willy è stato ucciso per deporre fiori in suo omaggio. C’erano anche la sorella del ragazzo di origine capoverdiana, Milena, due cugini e uno zio, oltre ai sindaci di Colleferro, Paliano e Artena. 

«Io ero con il mio gruppo sulle scalette davanti ai locali di piazza Santa Caterina, quelle che portano su largo Oberdan. Ci andiamo spesso, d’altronde in paese non ci sonomolti punti di ritrovo e in quello slargo terrazzato arrivano un po’ da tutti i paesi intorno. Era una serata come le altre, stavamo bene, stavamo scherzando, calmi e tranquilli. A un certo punto si avvicinano due ragazzi, muscolosi e tatuati, uno dei quali ha rivolto degli apprezzamenti molto pesanti alla fidanzata di un mio amico. Mi è venuto istintivo di dirgli di farla finita, che non si doveva permettere di dire certe cose a una donna. E in tutta risposta ci ho rimediato un pugno».

E poi che cosa è successo?
«Willy stava passando, era lì vicino con altri suoi amici, ci conosciamo per via della scuola frequentata insieme all’alberghiero. Si è girato, ha visto che se la stavano prendendo con me e ha detto loro di lasciarmi stare. Lui era un buono, un generoso, un ragazzo che aiutava gli altri, voleva la pace».

Federico decide di andarsene anche perché pensa che sia tutto finito. E invece per l'amico è soltanto l'inizio: «Verso le 7 del mattino, ho appreso che Willy era stato massacrato di botte, che l’ambulanza l’aveva portato in ospedale ma che non ce l’aveva fatta comunque. Mi hanno chiamato i carabinieri per dirmi di andare in caserma, sono ancora sconvolto».

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