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Sabato, 20 Aprile 2024
Omicidio Yara

Processo Yara, spuntano le lettere hard tra Bossetti e un'altra detenuta

Il pm ha chiesto di acquisire agli atti cinque o sei missive nelle quali l'imputato avrebbe rivelato le sue preferenze sessuali e "una predilezione per la rasatura". La difesa al contrattacco: "Macroscopiche anomalie sul Dna, serve una nuova perizia"

Spunta anche uno scambio di "lettere scabrose" tra Massimo Bossetti e un'altra detenuta nel processo in corso a Bergamo per la morte di Yara Gambirasio. Si tratta di cinque o sei missive nelle quali Massimo Bossetti avrebbe rivelato ad un'altra carcerata, Gina, dettagli "a luci rosse" sulle sue preferenze in relazione all'organo sessuale femminile.

"L’imputato esprime una sorta di predilezione per la rasatura", ha sostenuto ieri nel processo il pm Letizia Ruggeri che ha poi ricordato come i consulenti informatici avrebbero trovato sui pc di Bossetti tracce di ricerche online con chiavi di ricerca come "ragazzine depilate". Sarebbero 5 o 6 le missive scambiate tra i due detenuti che il pm ha chiesto di acquisire agli atti. 

A questa richiesta si sono opposti i legali di Bossetti, che si sono detti contrari per questioni di "pertinenza e rilevanza". La Corte d'Assise di Bergamo deciderà in merito il prossimo 22 aprile, quando si riunirà in Camera di Consiglio.

"ANOMALIE SUL DNA" - La Corte dovrà anche pronunciarsi su una serie di richieste formulate oggi in aula, tra cui quella dei legali di Bossetti per una nuova perizia su tutti i reperti di materiale genetico rinvenuti sul corpo e gli indumenti della vittima e il confronto mitocondriale tra i guanti e i reperti piliferi. Una richiesta fatta per risolvere "macroscopiche anomalie che sono state evidenziate dai consulenti" su valutazioni che hanno messo "gli stessi consulenti della Procura in disaccordo tra di loro", ha detto l'avvocato di Bossetti Claudio Salvagni.

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UNA NUOVA PERIZIA SULLE TELECAMERE - La difesa ha anche chiesto una perizia sul cosiddetto "allineamento temporale" delle telecamere di sorveglianza dei luoghi attorno alla palestra dove è scomparsa Yara, la sera del 26 novembre 2011, "diretta a determinare l'orario reale delle immagini restituite dalle telecamere" che sarebbe "diversa da quelle impresse sulle immagini stesse". Un accertamento definito "assolutamente indispensabile" per "rapportare una certa immagine a un certo orario e rapportarlo alla sparizione della ragazza".

Gli avvocati della difesa di Bossetti hanno inoltre chiesto ulteriori accertamenti sulle sferette metalliche rinvenute sulla vittima, sulle fibre di tessuto trovati sul leggins e il giubbotto di Yara Gambirasio e, per quanto riguarda l'aspetto medico-legale, la determinazione certa dell'ora del decesso, la durata della permanenza del corpo sul campo dove è stato ritrovato, e sulla dinamica dei fatti.

Nel corso dell'udienza nel pomeriggio è stato ascoltato, a porte chiuse, anche il figlio di Bossetti, minorenne. A quanto si è appreso, al giovane sarebbero state fatte domande sull'accesso al computer di casa. Gli avvocati della difesa, al termine dell'udienza, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni su questo argomento.

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