rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Omicidio Yara

Yara, il presunto killer si difende: "Ecco perché il mio dna è sui leggins"

Massimo Giuseppe Bossetti si confessa con il suo legale: "Avvocato le spiego perché hanno trovato il mio dna sul corpo di Yara, sono questi i motivi che mi scagionano". Ma il suo furgone era vicino casa dei Gambirasio nel giorno della scomparsa

ROMA - Non nega più Massimo Giuseppe Bossetti. Dopo nove giorni di carcere, il presunto assassino di Yara Gambirasio, non si nasconde più. "Sì, il dna sul corpo di Yara è mio" avrebbe confessato l'uomo a uno dei suoi avvocati, Claudio Salvagni. Un ammissione importante, ma non una confessione di colpevolezza. Perché Bossetti continua a ripetere di essere innocente e al suo legale ha detto tanto altro. Un lungo sfogo partito con un sorprendente "avvocato le spiego perché hanno trovato il mio dna sul corpo" della ragazzina e finito con una ricostruzione, al momento misteriosa. 

"Non contesto che le tracce trovate siano mie - avrebbe rivelato Bossetti durante il colloquio - ma ci sono delle spiegazioni che posso offrire ai magistrati, dei motivi precisi che stanno alla base di questo ritrovamento. Sono questi motivi che mi scagionano". 

Secondo quanto ricostruito da Repubblica, la strategia difensiva evidentemente partirà proprio da qui. Un motivo che, per ora non è dato sapere, ma che potrebbe davvero annullare tutto. "Sarebbe poco strategico rivelarli ora - ha spiegato il legale, citato sempre da Repubblica - ma posso dire, e non è un dovere d'ufficio, che il mio cliente mi ha ampiamente convinto della sua innocenza". E ancora: "Quanto mi ha riferito Bossetti - ha ribadito il difensore - potrebbe giustificare la presenza delle tracce che sono state rinvenute".

Intanto il lavoro degli inquirenti continua e la posizione del muratore quarantaquattrenne di Mapello si complica. Da quando il presunto assassino ha un nome e un cognome le indagini hanno fatto il salto di qualità. Un conto è cercare un dna, un altro conto è concentrarsi su una persona che lavora, torna a casa, esce e lungo la strada lascia traccia di sé. Ed è proprio una traccia che Bossetti potrebbe aver lasciato che lo incastrerebbe. Il suo furgone da lavoro sarebbe infatti stato ripreso tra le diciassette e le diciotto del 26 novembre, il giorno della scomparsa di Yara, mentre circolava nella zona di via Rampinelli a Brembate Sopra. A due passi da lì c'è la casa dei Gambirasio. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Yara, il presunto killer si difende: "Ecco perché il mio dna è sui leggins"

Today è in caricamento