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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il verdetto

Agrigento eletta "Capitale della cultura 2025": il sindaco Micciché si fa il segno della Croce (e porta fortuna)

Il verdetto nella sala Spadolini alla presenza dei sindaci delle altre città candidate

Il sindaco Francesco Miccichè, seduto in prima fila insieme ai sindaci delle altre città candidate, visibilmente emozionato si è fatto il segno della Croce prima del verdetto. Un gesto che gli ha portato fortuna: Agrigento è Capitale della cultura 2025.

In tantissimi ci avevano sperato, molti altri avevano invece polemizzato sostenendo che Agrigento non avesse i numeri per aggiudicarsi il titolo, ovviamente non per il patrimonio che ha ereditato negli anni - tra beni archeologici e natali illustri difficilmente avrebbe pari - ma per i problemi, i disservizi, le mancanze e certe manifestazioni di inciviltà che la città presenta agli occhi di residenti e turisti. Una candidatura, insomma, che appariva quasi come un paradosso, come offrire il digestivo a chi non ha ancora mangiato.

Ma opinioni o polemiche a parte, il risultato è importantissimo e merita una festa in grande stile: la città dei templi è sul tetto d'Italia.

”Questi progetti - ha detto il direttore della giuria Davide Maria Desario ad inizio cerimonia - non meritano di andare dispersi, ma anzi vanno aiutati e supportati nella maniera che il Ministero riterrà più opportuna”.

“È nelle città medio piccole che troviamo quella autenticità più profonda dell'essere italiani”, ha aggiunto il ministro Sangiuliano prima della proclamazione, annunciando che dall’anno prossimo, oltre ai titoli di Capitale del libro e Capitale della cultura, sarà istituito il titolo di Capitale italiana dell'arte contemporanea. “Anche per le città che non saranno Capitale italiana della cultura 2025 - ha aggiunto - troveremo il modo affinché i valori, le identità, le ricchezze che hanno espresso nei loro progetti, possano trovare un qualche momento di realizzazione”.

Nei giorni scorsi, ad illustrare il dossier di candidatura e a rispondere alle domande della commissione esaminatrice a Palazzo Venezia a Roma erano stati il sindaco Franco Miccichè; il progettista Roberto Albergoni; il presidente del Consorzio Universitario Antonino Mangiacavallo; Teresa Fiore, docente Montclaire università del New Jersey, Margherita Orlando coordinatrice progetto archeologia pubblica Agrigento/Tunisi; Florinda Saieva fondatrice Farm Cultural Park Favara; Gaetano Galvagno; Costantino Ciulla, assessore comunale di Agrigento; Pasquale Seddio docente università Bocconi e Letizia Casuccio, direttore generale Coopculture.

Tante le domande rivolte alla delegazione, soprattutto per conoscere la solidità economica del progetto dato che una buona parte sarà coperto con fondi del Comune derivanti dall'imposta di soggiorno. Altre domande sono arrivate rispetto all'effettiva durata degli eventi inseriti che è spesso di poche settimane. Inoltre la commissione aveva cercato di comprendere gli elementi salienti per garantire una promozione del territorio a prescindere dall'anno validità del titolo di Capitale della cultura. Su questo punto il sindaco non si era espresso: “Temevo di dire cose inesatte”, aveva spiegato. 

E poi c'era stato lo "spoiler" del sottosegretario del Ministero della cultura Vittorio Sgarbi che aveva azzardato un pronostico sul "Fatto Quotidiano": “Ma quale c...o di Agrigento? Credo che all'80% vincerà l'Umbria, perché è una regione che non ha ancora avuto la capitale. Avendo sempre vinto città di centrosinistra, visto il ministro (Gennaro Sangiuliano, ndr) per come lo conosco, sarà una città di centrodestra a vincere. Hanno rotto il c...o (quelli di sinistra, ndr): hanno fatto vincere Pesaro invece di Ascoli e Vicenza. Mi deve spiegare perché la sinistra deve avere tutte le capitali della cultura. È evidente che conoscendo Sangiuliano, non sarà questo il metodo”.

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