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Giovedì, 28 Marzo 2024
Diretta

La strage di Capaci 30 anni dopo, l'omaggio dell'Italia a Falcone e Borsellino

A Palermo anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il racconto della giornata in diretta

Trent'anni. Una generazione intera. Tanto è passato dal 23 maggio del 1992, quando la mafia eseguiva la sua sentenza di condanna a morte contro il giudice Giovanni Falcone. E con lui morivano la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Dopo 57 giorni, il 19 luglio, la storia si è ripetuta. I boss hanno eliminato il secondo nemico più pericoloso, Paolo Borsellino. Addio anche agli "angeli custodi" Emanuela Loi, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano.

Le due esplosioni che hanno sconvolto Palermo - la prima lungo l'autostrada A29 all'altezza di Capaci, la seconda in città, in via D'Amelio - hanno però innescato un effetto forse imprevisto per i boss. Quel sangue, quel dolore, quelle ferite mai sanate hanno dato la scossa a una società finora "sonnecchiante" ed è iniziato un cammino, ancora lungo, di cambiamento. Il 23 maggio è diventato il giorno della memoria e dell'impegno. Come ormai tradizione a Palermo un lungo elenco di appuntamenti scandisce questa giornata. Oggi, per i 30 anni delle stragi, nel capoluogo siciliano ci sono il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le massime autorità. 

Today e PalermoToday seguiranno l'evento in diretta

Un minuto di silenzio per Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta

Le manifestazioni in ricordo delle vittime delle stragi del 1992 si sono spostate, come di consueto, ai piedi del cosiddetto "albero Falcone", l'albero che si trova proprio all'ingresso di quella che era la casa palermitana del giudice. Dopo la strage è diventato uno dei luoghi di memoria, meta di un pellegrinaggio quotidiano da parte di residenti ma spesso anche turisti che lasciano un pensiero o un disegno per le vittime della mafia. Alle 17,58 - ora della strage di Capaci - un trombettista della polizia ha suonato il Silenzio in onore delle vittime e i loro nomi sono stati scanditi uno dopo l'altro.

Foto in basso di PalermoToday

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"Quando arresteranno Messina Denaro tutti a festeggiare all'albero Falcone"

"In questi giorni mi hanno chiesto di fare bilanci, di dire come è cambiata Palermo. Posso solo dire che 30 anni fa eravamo in ginocchio col cuore spezzato". Sono le parole di Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, ai ragazzi che si sono ritrovati davanti a quella che era la casa del giudice a Palermo.

"Come per incanto una forza interna ti sprona ad andare avanti, ad alzare la testa. Ci vuole coraggio per fare questo, ma Palermo e l’Italia lo hanno fatto - ha detto Maria Falcone -. Subito dopo le due stragi siete scesi in strada, sono nate le donne dei lenzuoli e del digiuno, l’albero Falcone. Un monumento. Rinascita della società civile ed è grazie alla rinascita della società civile che abbiamo potuto andare avanti e siamo riusciti a mettere in carcere tutti". 

E ancora: "Ci manca solo Messina Denaro, ma quando quel giorno lo prenderanno veniamo qui sotto a gioire per questo, sempre con quello stato di diritto che contraddistingue uno Stato democratico. Per vincere la mafia la dobbiamo vincere culturalmente".

Intitolata a Francesca Morvillo biblioteca dell'università di Palermo

"Francesca Morvillo è stata una delle prime donne magistrato, noi ora diamo per scontato di vedere la procuratrice generale parlare qui o vedere tante presidenti di tribunale, donne che stanno danno tantissimo alla magistratura, ma non era così a quell'epoca. Ci sono voluti 15 anni dopo l'entrata in vigore della Costituzione per accorgersi che forse quel divieto di ingresso in magistratura non collimava con l'articolo 3 della Costituzione che parla di uguaglianza e del 51 che parla di uguaglianza nell'accesso ai pubblici uffici". Lo dice la ministra della Giustizia Marta Cartabia, intervenendo all'Università di Palermo per la presentazione del libro su Francesca Morvillo, unica magistrata donna uccisa per mano mafiosa, di cui la ministra ha firmato la prefazione. Nella Sala Magna del complesso monumentale dello Steri è avvenuta la scopertura della targa e l'intitolazione a "Francesca Laura Morvillo" della Biblioteca interdipartimentale di discipline umanistiche.

Il rapper Frankie hi-nrg a Palermo: "Falcone e Borsellino uccisi per le loro parole"

Il rapper torinese Frankie hi-nrg si è esibito sul palco del Foro Italico, a Palermo, nell'ambito delle manifestazioni per i 30 anni della strage di Capaci. Ha chiuso l'esibizione con "Quelli che benpensano". Poi il messaggio al giovane pubblico: "Voi siete la delizia del luogo non loro (i mafiosi, ndr)".

Video di PalermoToday

Ricordati gli agenti di scorta dei giudici Falcone e Borsellino

Nel reparto scorte della questura di Palermo sono state commemorate le vittime delle stragi di mafia del 1992. A loro è dedicata la lapide all'ingresso dell'ufficio, da dove gli otto poliziotti partirono in auto nel giorno in cui trovarono la morte. Col giudice Falcone morirono il 23 maggio gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani. Emanuela Loi, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano erano invece a protezione di Paolo Borsellino il 19 luglio.

Alla cerimonia erano presenti il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, e il capo della Polizia, il prefetto Lamberto Giannini. Il ministro e il capo della polizia si sono soffermati anche innanzi alle teche contenenti gli ordini di servizio del 23 maggio e del 19 giugno 1992 in cui sono riportati i nomi degli otto poliziotti che svolgevano i turni di scorta ai rispettivi magistrati. Infine hanno visitato il Giardino della Memoria presente all'interno della caserma Lungaro in cui è collocata la teca contenente i resti della Quarto Savona 15, la Croma blindata della scorta di Giovanni Falcone sulla quale viaggiavano i poliziotti Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. 

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La sorella del giudice Falcone: "Parole Carnevale? Per noi una medaglia..."

"In una giornata in cui da tutto il mondo sono stati tributati a Giovanni riconoscenza e affetto, 
parole simili pronunciate da una persona del genere per noi equivalgono a una medaglia". Così Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso a Capaci nel 1992, nel giorno del trentesimo anniversario, commenta le dichiarazioni rilasciate all'AdnKronos dall'ex magistrato Corrado Carnevale.

L'ex giudice Carnevale: "Falcone esaltato oltre i suoi meriti"

L'avvocato di Tommaso Buscetta: "La magistratura voltò le spalle a Falcone"

"Giovanni Falcone era un grande conoscitore del fenomeno mafioso perché, sia pure da un'angolazione opposta, era anche lui impregnato di quella capacità per capire la loro mentalità. Falcone  era il vero nemico della mafia, non era soltanto un giudice, era colui che capiva i silenzi, le pause, gli sguardi". Così all'AdnKronos, a 30 anni dalla strage di Capaci, l'avvocato Luigi Li Gotti, storico difensore dei pentiti di Cosa nostra, da Tommaso Buscetta a Gaspare Mutolo fino a Giovanni Brusca. "Falcone - rammenta Li Gotti - ha avuto moltissimi nemici e moltissimi avversari, tanto è vero che, quando si trattò di nominarlo capo dell'Ufficio istruzione a Palermo, fu bocciato dal Csm, che mandò un magistrato che non aveva nessuna esperienza. La nomina di Falcone era naturale, e invece il Csm lo tradì. Il principale nemico di Falcone è stata la magistratura, almeno una parte della magistratura fu sua nemica, fu quella che gli voltò le spalle. E poi ci furono dei nemici anche nelle istituzioni, pure nelle istituzioni di polizia, ma queste erano inimicizie che nascevano dal temere Falcone per le sue indagini". 

L'ex giudice Carnevale: "Falcone esaltato oltre meriti"

"Giovanni Falcone era considerato il magistrato antimafia per eccellenza. Non credo che fosse l'unico. Né l'unico né il più importante. Aveva i suoi esaltatori e i suoi critici, come accade per qualunque persona. E' stato esaltato al di là dei suoi meriti effettivi". Così all'AdnKronos, nel giorno del trentesimo anniversario della strage di Capaci, l'ex presidente della prima sezione penale della Cassazione Corrado Carnevale. Carnevale è la toga che per anni ha avuto la fama di "ammazza sentenze", per avere ribaltato diverse sentenze di condanna ed è anche stato processato per concorso esterno in associazione mafiosa, venendo assolto con formula piena. 

Strage di Capaci, memorie e veleni 

I resti dell'auto di Falcone esposti a Roma

"A piazza San Silvestro dal 26 maggio al 2 giugno, in ricordo di tutte le vittime delle mafie e in particolare delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, esporremo l'auto di Falcone distrutta dalle deflagrazioni dell'esplosione della giornata di Capaci". Ad annunciarlo il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al termine della presentazione di un sondaggio rivolto ai giovani sulla conoscenza delle mafie.auto scorta falcone3-2 

Lamorgese: "Mafie sanno stringere legami con chi ha il potere"

"Mentre attorno a Giovanni Falcone si avviluppava una trama fatta di indifferenza anche culturale, all'estero la sua strategia già diventava una vera e propria lezione". Sono le parole del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, all'evento in corso allo Spasimo di Palermo in occasione del trentennale delle stragi di mafia del 1992.

Secondo Lamorgese "l'attentato del 23 maggio di 30 anni fa ha segnato in maniera indelebile il nostro Paese, quel tragico evento seguito da lì a poco da quello di via d'Amelio cambiò per sempre la lotta alla mafia. Gli occhi di chi non voleva vedere, di chi si ostinava ad avversare le straordinarie intuizioni Falcone e Borsellino si dovettero aprire e ricredere".  

Nel corso del suo intervento Lamorgese ha sottolineato come "La globalizzazione sociale ed economica ha portato alla globalizzazione del crimine. Le mafie sono capaci di stravolgere le regole del mercato, di condizionare l'economia e il sistema democratico di un Paese". Per il ministro "due parole d'ordine devono contraddistinguere il contrasto alle mafie: rafforzare la cooperazione tra il Paese e l'azione della società civile. Le mafie hanno dimostrato di sapere stringere legami con chi detiene il potere e di insinuarsi nelle istituzioni. Sono in grado di camuffarsi e proporsi con una immagine rispettabile: la cooperazione è fondamentare per creare consapevolezza condivisa tra tutti gli Stati e dotarsi degli anticorpi necessari per respingere queste mentalità devianti".

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Di Maio: "Italia è Paese guida nella lotta alla mafia"

"Il giudice Falcone ha contribuito a tracciare le linee di fondo della diplomazia giuridica italiana, vera e propria direttrice della nostra politica estera e della nostra azione multilaterale. La Farnesina ha raccolto con orgoglio e responsabilità l'eredità del giudice Falcone, concorrendo alla costruzione di principi dello Stato di diritto riconosciuti universalmente".  Sono le parole del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, durante il suo intervento a un'iniziativa a Palermo, in occasione del trentennale delle stragi di mafia del 1992. 

"A distanza di trent'anni dalla strage di Capaci, l'Italia è unanimemente considerata a livello internazionale come il Paese guida nella lotta al crimine organizzato e alla corruzione", ha sottolineato il capo della Farnesina, ricordando che "nel solco del messaggio del giudice Falcone, l'Italia è costantemente impegnata in tutte le sedi multilaterali". "Durante la nostra Presidenza del G20, lo scorso anno, sono stati approvati due documenti su corruzione e crimine organizzato e su corruzione e crisi - ha spiegato -. Grazie a questo impulso, la lotta alle mafie transnazionali è stata inserita tra le priorità d'azione nella Dichiarazione finale della Conferenza degli Stati Parte della Convenzione Onu contro la corruzione, a Sharm El Sheik nel dicembre 2021".  

Cartabia: "Metodo Falcone è diventato patrimonio comune"

"Le indagini sulle famiglie mafiose siciliane avevano condotto Falcone oltreoceano e lui non aveva esitato a seguire fino là le loro ricchezze in cerca di solide prove". Così il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, intervenendo all'evento "La vocazione globale del pensiero di Giovanni Falcone: la Proiezione internazionale della lotta alla mafia", in corso a Palermo nell'ambito delle celebrazioni per i 30 anni dalle stragi del 1992.  Stamani il ministro ha preso parte a un altro evento, al quale ha partecipato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

"Questo raduno, in una giornata di doveroso tributo e rinnovato impegno, dice che il cosiddetto 'metodo Falcone' è diventato un patrimonio comune e condiviso con sempre più numerosi Paesi", ha aggiunto Cartabia. "In questi 30 anni - ha sottolineato la titolare della Giustizia - sono diventati 70 in totale gli accordi multilaterali o bilaterali sottoscritti dal ministero della Giustizia con i Paesi del Sud America e con quelli caraibici. E altri sono in via di ratifica. Accordi diversi, che vanno dalle convenzioni per il contrasto al crimine transnazionale organizzato, all'assistenza giudiziaria o in materia di estradizioni o ancora di trasferimento di persone condannate. Accordi che hanno contribuito a rinsaldare la comune sfida alle associazioni mafiose sulla base di un assunto comune e condiviso: il crimine organizzato esplora sempre nuovi territori, sfrutta ogni emergenza e ogni occasione, dalla pandemia alla guerra, alla ricerca di mercati in cui trasferire le proprie ingenti ricchezze. E sceglie la destinazione valutando anche la tenuta normativa ed etica di un determinato Paese, oltre che il suo livello di cooperazione internazionale".  

Maria Falcone: "Brinderemo con ministri a cattura Messina Denaro"

"Sarà bellissimo quando prenderemo anche Matteo Messina Denaro. Quando accadrà brinderemo insieme, con il ministro dell'Interno e della Giustizia". Così Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, all'evento in corso allo Spasimo di Palermo per il trenrennale delle stragi del 1992.

Mattarella: "Dopo strage la società civile non accettò di subire in silenzio"

"Al contrario di quanto avevano immaginato gli autori del vile attentato, allo smarrimento iniziale seguì l'immediata reazione delle Istituzioni democratiche. Il dolore e lo sgomento di quei giorni divennero la drammatica occasione per reagire al violento attacco sferrato dalla mafia; a quella ferocia la nostra democrazia si oppose con la forza degli strumenti dello Stato di diritto. Altrettanto significativa fu la risposta della società civile, che non accettò di subire in silenzio quella umiliazione e incoraggiò il lavoro degli investigatori contribuendo alla stagione di rinnovamento. Neanche questo la mafia aveva previsto". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a Palermo in occasione della commemorazione del trentesimo anniversario dell'attentato a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e i componenti della scorta. 

"Neanche questo - ha proseguito il capo dello Stato- la mafia aveva preventivato. Come non aveva previsto il movimento culturale che, a partire da quei giorni, ha animato il Paese, trasformando questa dolorosa ricorrenza in un'occasione di continua crescita per promuovere nuove forme di cittadinanza attiva".  

Mattarella: "Giovanni Falcone osteggiato dalla stessa magistratura"

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Bianchi: "Nei nostri giardini pianteremo tutti un albero della legalità"

"Abbiamo più di mille ragazzi che sono venuti da tutta Italia, più di 1400 lenzuoli realizzati da tutte le scuole d'Italia che ricordano quella che è la pedagogia della legalità. Il modo principale per sconfiggere la mafia è portare qui i ragazzi, farli studiare e fare avere loro le parole di libertà contro la mafia. Quindi è importante perché non si vince una battaglia una volta ma bisogna vincerla ogni giorno". Così il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, arrivando a Palermo per la cerimonia nel trentennale delle stragi di Capaci e via d'Amelio.

"Ci vuole più scuola - ha detto poi Bianchi nel suo intervento - scuola di consapevolezza, di partecipazione, fatta con tutte le fondazioni e associazioni che ci hanno insegnato che esiste una pedagogia della legalità, fatta dall'orgoglio di appartenenza al nostro Paese. Guardate la bellezza di questo le lenzuoli, sintesi del nostro Paese. Nei nostri giardini pianteremo tutti un albero della legalità".

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Mattarella: "Paese disorientato dopo agguato senza precedenti"

"Sono trascorsi trent'anni da quel terribile 23 maggio allorchè la storia della nostra Repubblica sembrò fermarsi come annientata dal dolore e dalla paura. Il silenzio assordante dopo l'inaudito boato rappresenta in maniera efficace il disorientamento che provò il Paese di fronte a quell'agguato senza precedenti, in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Palermo per le manifestazioni in occasione del trentesimo anniversario della strage di Capaci.

"La mafia - ha aggiunto Mattarella - li temeva per questo: perché capaci di dimostrare che non era imbattibile e che lo Stato era in grado di sconfiggerla attraverso la forza del diritto. Onorare oggi la memoria di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino vuol dire rinnovare quell’impegno, riproponendone il coraggio e la determinazione. L’impegno contro la criminalità non consente pause né distrazioni". 

Foto in basso PalermoToday

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La vedova Schifani: "Uomini di Stato traditori"

"Collaborate, fateci conoscere la verità". Un nuovo appello anche agli "uomini dello Stato che hanno tradito" viene lanciato, a trent'anni di distanza dalla strage di Capaci, da Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani, che ai funerali disse ai mafiosi: "Io vi perdono, però dovete mettervi in ginocchio". In un'intervista al Giornale radio Rai (Rai Radio1) afferma: "Direi di comportarsi degnamente, anche alle forze dell'ordine che indossano la divisa, di non sporcarla come hanno fatto in passato quelli che hanno tradito".

"Coinvolte troppe persone dello Stato"

Rosaria Costa foto Ansa-2

Orlando: "Evitare che Palermo con elezioni torni a essere governata dalla mafia"

"Bisogna evitare che Palermo alle prossime elezioni possa tornare ad essere governata dalla mafia". Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, presente stamattina al Foro Italico per le commemorazioni delle stragi di Capaci e via D'Amelio.

"Palermo - ha aggiunto - in questi anni ha costruito un percorso rivolto al rispetto dei diritti che contraddistingue il cambiamento culturale della città, è stata capace di liberarsi dal governo della mafia e per questo con forza dobbiamo impedire che torni a governare". Secondo Orlando, infatti, "è ambiguo ed inquietante che due persone che non hanno alcun ruolo politico, Cuffaro e Dell'Utri, abbiano costretto la Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia a ritirare i propri candidati per scegliere un candidato indicato da Dell'Utri e Cuffaro". Orlando ha accolto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tutti i ministri e le autorità presenti.

L'arrivo del presidente Mattarella alle manifestazioni in ricordo di Falcone

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato al Foro Italico di Palermo per la manifestazione "1992-2022/La memoria di tutti - L'Italia, Palermo trent'anni dopo", organizzata dalla Fondazione Falcone per ricordare le vittime della strage di Capaci. Sull'autostrada A29 quel pomeriggio morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Video e foto di PalermoToday

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Salvini: "I mafiosi sono str*** a cui vanno portate via anche le mutande"

"Oggi è l'anniversario delle stragi di mafia di Capaci, che hanno seminato sangue, morte e disperazione, ma che hanno lasciato un seme nelle nuove generazioni". Così Matteo Salvini, parlando in campagna elettorale a Segato, ricorda la strage in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e la scorta, nel '92. "Vanno portate via anche le mutande a questi stron*** che hanno pensato di mettere l'Italia sotto i loro tacchi, e da nord a sud, meritano solo disprezzo e sequestri. Io ricordo con orgoglio quando ho dato il primo colpo di ruspa alla villa dei Casamonica sequestrata. Va sequestrato tutto il possibile. La mafia va combattuta sempre, ovunque e comunque".

L'omaggio del ministro Lamorgese alle vittime della strage di Capaci

Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, accompagnata dal capo della Polizia, direttore generale della Pubblica Sicurezza prefetto Lamberto Giannini, ha deposto una corona di alloro alla stele di Capaci, in memoria delle vittime delle stragi del 1992. Presenti alla breve cerimonia anche altre cariche istituzionali che hanno reso omaggio ai caduti.

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L'audio inedito di Falcone: "Cosa nostra non sbaglia un omicidio..."

"Cosa nostra non sbaglia un omicidio perché ha sempre notizie di prima mano". Sono le parole pronunciate da Giovanni Falcone e diffuse oggi, trentesimo anniversario del suo omicidio, da Askanews in esclusiva. "Non c'è un omicidio sbagliato, finora, in seno a Cosa nostra - affermava Falcone in un incontro con uomini della polizia giudiziaria a pochi mesi dall'attentato sventato all'Addaura -. Quando si uccise Dalla Chiesa tutti dissero 'è stato commesso un errore storico'. Poi hanno ucciso Chinnici, anche questo 'errore storico', poi hanno ucciso Cassarà e hanno detto, 'altro errore storico'. E continuiamo a fare errori storici. Non hanno sbagliato. Hanno sempre indovinato: momento opportuno, momento giusto, hanno colpito al momento giusto, il che dimostra, a parte la ferocia e la determinazione, una assoluta conoscenza di notizie di prima mano".

Draghi: "Eredità di Falcone nella lotta alla mafia e nella ricerca della verità"

"A trent'anni dalla strage di Capaci, il Governo ricorda con profonda commozione Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. La loro memoria è forte, viva, universale". Così il premier Mario Draghi. "Grazie al coraggio, alla professionalità, alla determinazione di Falcone l'Italia è diventato un Paese più libero e più giusto - ricorda il presidente del Consiglio - . Falcone e i suoi colleghi del pool antimafia di Palermo non hanno soltanto inferto colpi decisivi alla mafia. Il loro eroismo ha radicato i valori dell'antimafia nella società nelle nuove generazioni, nelle istituzioni repubblicane. Oggi dobbiamo continuare a far rivivere il senso più profondo dell'eredità di Falcone, nella lotta senza quartiere alla criminalità organizzata e nella ricerca della verità. Lo dobbiamo ai loro cari e ai cari di tutte le vittime dello stragismo mafioso".

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