
Condannato all'ergastolo il primo soldato russo processato in Ucraina
Il sergente russo Vadim Shishimarin è stato condannato all'ergastolo da un tribunale ucraino. Si tratta del primo processo per crimini di guerra realizzato dall'inizio dell'invasione russa, cominciata il 24 febbraio, in Ucraina. Il 21enne si era dichiarato colpevole di aver ucciso un 62enne disarmato nell'oblast di Sumy.
Il soldato bambino Vadim ispira pietà, è una vittima anche lui
Nel corso del processo che si è svolto nel tribunale distrettuale di Kiev, Shishimarin si è scusato con la vedova della vittima, Kateryna Shalipova, dicendole che riconosceva la sua colpa e chiedendole di perdonarlo. ''Non volevo uccidere'', sono state queste le ultime parole del sergente, mentre il suo avvocato difensore Viktor Ovsiannikov, ha detto alla corte che Shishimarin ha sparato dopo essersi rifiutato per due volte di eseguire l'ordine.
Il soldato è stato riconosciuto di aver sparato diversi colpi con un fucile d'assalto alla testa della vittima, che era su una bicicletta. Doveva obbedire agli ordini del suo superiore, si è difeso Shishimarin, ricordando che un ufficiale gli aveva detto di sparare all'uomo che stava parlando al telefono e che avrebbe potuto fornire informazioni sulla loro posizione. Shishimarin e altri militari russi si trovavano a bordo di un'auto e stavano scappando dalle forze ucraine. "Si merita l'ergastolo per aver ucciso mio marito", era stata la risposta di Kateryna Shalipova, che aveva aperto alla possibilità di lasciare libero Shishimarin solo se entrasse a far parte di uno scambio di prigionieri ''con i difensori di Mariupol'' in modo da salvare ''i nostri ragazzi'', ovvero i combattenti ucraini evacuati dalle acciaierie Azovstal.