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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Abercrombie licenzia i dipendenti che superano i 25 anni: per i giudici è discriminazione

La Corte d'Appello di Milano ha condannato l'azienda a riassumere un 27enne licenziato per una pura questione anagrafica e a pagargli un risarcimento danni di oltre 14mila euro

A 27 anni sei "vecchio", almeno per Abercrombie che non sembra vedere di buon occhio i dipendenti che superano i 25 anni di età e decide così di mandarli in "prepensionamento". Il famoso brand americano, molto in voga tra gli adolescenti, è ancora una volta nell'occhio del ciclone. Adesso però sotto la lente d'ingrandimento non ci sono i casting mascherati da colloqui con cui l'azienda scegli i dipendenti, rigorosamente belli e magri, ma contratti e licenziamenti ambigui.

Abercrombie assumerebbe i giovani con contratti svantaggiosi e una volta superata la soglia dei 25 anni, più o meno, gli darebbe il ben servito. E' successo a un 27enne milanese che però non si è fatto scivolare addosso quanto accaduto e si è rivolto a un avvocato avviando un'azione legale. L.M., lo chiameremo così, era stato assunto nel 2010 con un contratto a chiamata, anche se in realtà svolgeva un lavoro a tempo determinato, totalmente subordinato, con orario part-time, poi trasformato nel 2012 in un "indeterminato" fino a quando non ha compiuto 25 anni e l'azienda ha deciso di licenziarlo.

La Corte d'Appello di Milano ha condannato l'azienda non solo a reintegrare il ragazzo dichiarando "la natura discriminatoria - così si legge nella sentenza - del comportamento tenuto da Abercrombie Fitch Italia srl per aver assunto il ricorrente in forza della sola età anagrafica" ma anche a pagargli un risarcimento danni pari a 14.450 euro.

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