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Giovedì, 25 Aprile 2024
Donna

Alessandra Mussolini: "Attaccata come politico ma umiliata come donna"

Il dramma di una donna calpestato dal qualunquismo: quando le antipatie personali o politiche superano l'umanità

Colpita due volte. La prima alle spalle, da un marito modello che per anni ha nascosto il marcio dentro fino a ritrovarsi sbattuto in prima pagina, nei titoli dei tg in prima serata che gridano al mostro. La seconda, come se non fosse già agonizzante, in faccia dopo aver preso bene la mira, da estranei oppositori politici, o più semplicemente non simpatizzanti, che aspettavano un passo falso per affondare il colpo.

Sono loro i carnefici di Alessandra Mussolini e la uccidono orgogliosi ogni giorno, per la seconda volta, su web e social network. Sono militanti politici a cui ribolle il sangue solo a sentire quel cognome "pesante", facinorosi per cui ogni pretesto è buono, sostenitori dei diritti omosessuali a cui non è mai andato giù quel commento rozzo e ignorante del "meglio fascista che frocio" urlato a Vladimir Luxuria e soprattutto sono i media morbosi e accecati da una spregevole caccia alle streghe. Per loro non è tanto importante chi ha sbagliato, quanto picchiare duro senza pietà.

"E' la giusta punizione", "Se lo merita", "Dio esiste", "Che bello così non la vediamo per un bel pò", "Chissà se proporrà la castrazione chimica anche stavolta" sono solo alcuni dei messaggi rivolti ad Alessandra Mussolini che si possono leggere in Rete, tra le decine e decine di articoli e post che gridano allo scandalo. Poco importa se dietro c'è un dramma familiare, poco importa se una donna (non un politico, una donna!) sta vivendo il momento più buio della sua vita da quando ha scoperto che il marito, con cui ha tre figli, è accusato di sfruttamento della prostituzione minorile.

Nessun rispetto per una donna distrutta, nessuna compassione per una persona tradita nel profondo. Davanti a vicende come questa diventa tristemente palese che l'antipatia non conosce pietà, nè solidarietà umana per lo sgretolamento di un mondo intimo nel quale per anni si è trovato rifugio e dal quale improvvisamente si è costretti a scappare. E' giusto allora iniziare a delineare confini netti non solo tra pubblico e privato, ma tra politica e umanità, tra ciò che una persona rappresenta e ciò che è. Non è obbligatoria la solidarietà, ma quanto meno il silenzio.

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