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Venerdì, 19 Aprile 2024
Psicologia e Coppia

Fecondità e Coronavirus, cosa cambierà nei prossimi anni?

Le conseguenze della pandemia non sono solo di natura sanitaria, ma anche sociale e demografica: lo dice uno studio dell'Università Bocconi

La pandemia da Coronavirus ha stravolto il modo di vivere, di relazionarsi, di lavorare e di fare moltissime cose intorno a noi. Ecco perché, oltre alla necessità di capire le conseguenze dal punto di vista sanitario, studiare vaccini e cure sempre più efficaci per debellare questo nemico insidioso, è importante anche comprendere quali saranno gli scenari sociali dopo questo difficile momento che tutta l'umanità sta vivendo.

Secondo un interessante studio dell’Università Bocconi pubblicato su Science, la fecondità delle coppie potrebbe diminuire a causa del Covid-19. Non si tratta però di motivazioni biologiche alla base di queste stime e previsioni, ma di considerazione di ordine sociale.

I perché della probabile denatalità post Covid

Come affermano gli studiosi, nel corso della storia, a seguito del gran numero di morti causati da guerre e carestie si è sempre verificato un aumento delle nascite, mentre l'influenza spagnola del 1920 ha portato a un temporaneo calo della fertilità prima di riprendersi con un "baby boom". 

Contrariamente a questa tendenza storica, l'emergenza sanitaria Covid-19 causerà plausibilmente un calo della fecondità, ma verranno poi a mancare i fattori che hanno portato a un baby boom in passato. Questo è quanto emerge dallo studio "La pandemia di Covid-19 e la fertilità umana" pubblicato dalla rivista Science, la rivista peer-reviewed dell'American Association for the Advancement of Science, a cura dei ricercatori della Bocconi Arnstein Aassve, Nicolò Cavalli, Letizia Mencarini, Samuel Plach e Massimo Livi Bacci dell'Università di Firenze. Questo studio fa parte delle attività di ricerca del Centro Dondena all'interno del Covid Crisis Lab della Bocconi. 

I ricercatori infatti sottolineano le differenze nello sviluppo delle popolazioni e il loro stadio di transizione demografica arrivando ad affermare che: "Anche se è difficile fare previsioni precise, uno scenario probabile è che la fecondità nel breve periodo diminuirà almeno nei Paesi ad alto reddito", spiega Arnstein Aassve, professore di demografia presso il Centro di Ricerca sulle Dinamiche Sociali e le Politiche Pubbliche Carlo F. Dondena della Bocconi.

Nei Paesi ad alto reddito, le perturbazioni nell'organizzazione della vita familiare dovute al prolungato isolamento, la reinterpretazione della cura dei figli all'interno della coppia a seguito della chiusura delle scuole e il peggioramento delle prospettive economiche possono portare a ritardi nella crescita dei figli. Un ulteriore calo della fecondità nei paesi ad alto reddito accelererà l'invecchiamento della popolazione e il declino demografico, con implicazioni per le politiche pubbliche.

Nei paesi a basso e medio reddito, il calo della fecondità osservato negli ultimi decenni a causa di tendenze quali l'urbanizzazione, lo sviluppo economico e l'occupazione femminile non sarà probabilmente invertito in modo sostanziale dalle battute d'arresto dell'economia. Le difficoltà di accesso ai servizi di pianificazione familiare, tuttavia, potrebbero comportare un picco a breve termine di gravidanze indesiderate e un peggioramento della salute neonatale e riproduttiva.

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