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Sabato, 20 Aprile 2024
Donna

Anoressia: sempre più precoce e si ammalano anche le over 50

Sempre più diffusi i disturbi del comportamento alimentare. Vero killer delle adolescenti, l'ossessione per il peso si sta ora diffondendo anche nelle bambine di 10-12 anni e nelle donne over 50

Sono filiformi, hanno il viso emaciato, gli occhi infossati, le gambe che si indovinano assurdamente magre dentro i jeans sempre troppo larghi, eppure si sottopongono ad estenuanti esercizi fisici – almeno finchè ne hanno la forza –  a volte parlano febbrilmente e spesso parlano di cibo, ma soprattutto non mangiano.

Sono le ragazze anoressiche, le vittime di una malattia in continua diffusione tra le adolescenti, che si annovera all’interno del vasto gruppo di disordini alimentari, di cui soffrono in Italia più di 3 milioni di persone. Nell'85% dei casi si tratta di donne, ma il fenomeno  riguarda sempre di più anche i maschi, come risulta dai dati dell'ABA, un'associazione che opera in Italia dal 1991.

L’ABA (Associazione per lo studio e la ricerca sull'anoressia, la bulimia e i disordini alimentari) è stata fondata da Fabiola De Clercq, autrice di "Fame d'amore" e "Donne invisibili".  Luoghi di cura, ascolto e conoscenza, i Centri in cui operano gli specialisti ABA sono distribuiti su tutto il territorio nazionale, e ad essi si rivolgono sempre più spesso le giovanissime, dato che rispetto al passato l'ossessione del peso scatta ora più precocemente, anche nelle bambine di 10-12 anni.

Altra drammatica novità denunciata da Fabiola De Clerq è che si ammalano sempre di più anche le donne over 50, in cui la malattia crea un pericoloso e fatale intreccio psicologico con le angosce legate all’invecchiamento.

Recentemente sono state inaugurate a Roma due associazioni che affiancano l’ABA nella lotta all’anoressia: si tratta della FIDA (Federazione Italiana Disturbi Alimentari) e dell'Associazione DAI (Disturbi alimentari in Istituzione).

Di entrambre è presidente la psicoanalista Flaminia Cordeschi, che ha ricordato alcuni significativi e preoccupanti dati raccolti dal Ministero della Salute: "Quasi 10 ragazze su 100 tra i 12 e i 25 anni soffrono di questi disturbi, 1-2 nelle forme più gravi. Il rischio di morte è 12 volte maggiore rispetto a quello degli altri coetanei. Complessivamente, anoressia, bulimia e obesità interessano circa tre milioni di persone, con un aumento annuale vicino alle 10mila unità”.

Molteplici sono gli studi sulle cause dell'anoressia; a questo proposito, il mondo della moda è stato più volte messo sotto accusa, in quanto propone insistentemente modelle decisamente sotto-peso, dall’aspetto fisico etereo, le cui immagini influenzano pericolosamente le adolescenti più fragili.

Le cose non sono ovviamente così semplici: l’anoressia è una malattia estremamente complessa e per certi aspetti ancora misteriosa, in cui giocano un ruolo importante anche fattori genetici e biologici

Secondo uno studio americano, condotto dai ricercatori della University of Colorado School of Medicine e recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Neuropsychopharmacology, nell’instaurarsi delle malattie dovute a disordini del comportamento alimentare ha un ruolo importante proprio una componente biologica, vale a dire una iper-sensibilità dei circuiti cerebrali facenti parte del sistema dopaminergico.

In altre parole, si tratterebbe di una particolare predisposizione a forme di dipendenza, così come avviene per le droghe. Anche una ricerca britannica, condotta dal Great Ormond Street Children’s Hospital e pubblicata su Medical Hypothesis, fa riferimento a cause di tipo biologico, inerenti il funzionamento anomalo dell'area cerebrale chiamata "insula", responsabile del controllo e della gestione dell'immagine di sé, nonché dello stimolo a nutrirsi.

Quello che è certo è che i disordini alimentari esprimono disagi psicologici profondi che danno voce, attraverso il rapporto con il cibo, ad una disperata "fame d'amore". Nella sua forma più avanzata, l'anoressia comporta danni gravi a tutto l’organismo, con  insufficienza renale e alterazioni cardiovascolari, nonché un generale deterioramento progressivo di tutti gli organi..

Le terapie sono lunghe e complesse, paragonabili al faticoso iter di disintossicazione da una droga, e comportano un coinvolgimento dell’intera famiglia, perché le radici della malattia si allungano fatalmente all’interno delle relazioni affettive della paziente, anche quando tutto sembra assurdamente “normale”.

Il dramma dell'anoressia è stato recentemente affrontato anche da Matteo Pozzi nel film “Maledimiele”, da poco uscito nella sale cinematografiche. La malattia della protagonista quindicenne viene drammaticamente scandita dalla progressiva perdita di peso, cui corrisponde un quadro degenerativo sempre più grave.

Quasi in una sorta di thriller psicologico, la vicenda è angosciante nella sua inarrestabile progressone, cui fanno da sfondo i sofisticati interni di una casa borghese, apparentemente abitata dal benessere.

Nella foto: una drammatica immagine della modella francese Isabelle Caro, nell'ambito della controversa campagna pubblicitaria condotta dal fotografo Oliviero Toscani nel 2007. Isabelle, autrice del libro "La ragazza che non voleva crescere" e deceduta a causa della sua malattia nel 2010, ha coraggiosamente voluto posato per Toscani, proclamando il suo "NO" all'anoressia.

 

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