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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Attacchi di panico: cosa sono e come curarli

Palpitazioni, tremori e paura di morire colpiscono all’improvviso e trasformano un disagio in un vero e proprio disturbo dal quale, però, è possibile uscire

Fanno parte dei disturbi dell'ansia, ma sono più ancora più perversi: gli attacchi di panico, quelle palpitazioni, quei tremori accompagnati dalla difficoltà di respirare fino a sfociare nella paura di morire, hanno una sintomatologia improvvisa che colpisce di colpo e stravolge l’esistenza. 

Insorgono tra l’adolescenza e i 35 anni, con un picco nella fascia di età compresa tra i 25 e i 45 anni, ed una frequenza doppia nelle donne.

L'ansia, che è una normale riposta dell'organismo alle situazioni di "pericolo", nell’attacco di panico è una sorta di campanello che suona più del dovuto e comporta:
- un aumento dell'adrenalina in circolo che provoca un’accelerazione del battito cardiaco e un respiro più veloce;
- un irrigidimento dei muscoli che si sentono pronti a scattare percependo un pericolo;
- una sensazione di stordimento o vertigine per l'aumento dell'apporto di ossigeno al cervello.

A livello cognitivo, la persona avverte un pericolo intenso che comporta l’aumento degli stessi sintomi (battito cardiaco, respiro corto, giramento di testa) e confermano il timore iniziale di un malore imminente. 

Cause. Di solito c'è un evento scatenante: il primo attacco di panico infatti può verificarsi in concomitanza di una situazione vissuta in modo particolarmente pesante, doloroso o stressante. 

Come curarli. Innanzitutto, iniziando a pensare che i sintomi dell’attacco di panico non sono pericolosi e passano, perché seguono una curva fisiologica dell'ansia. Poi, mettendo a fuoco le proprio le proprie paure per conoscerle e affrontarle e la psicoterapia è la strada più efficace per ottenere i risultati nel breve e lungo periodo. L'approccio cognitivo-comportamentale, infatti, è il più adatto a curare il disturbo attraverso la dimostrazione operata dal terapeuta che alcune convinzioni (come quella di morire) sono, in realtà, irrealistiche.

Anche le tecniche di training autogeno e di rilassamento muscolare, praticate con l’aiuto dello psicoterapeuta, aiutano a fronteggiare la situazione e a concentrarsi sulle sensazioni del corpo e della mente.

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