Ceretta, manicure, pipì: cala l’eccitazione e la fidanzata diventa ‘sorella’
Esistono delle azioni che la donna deve fare sempre nel riserbo della sua intimità, se non vuole che, prima o poi, l’uomo la guardi privo di desiderio
La vita di coppia impreziosisce di gioie e dolori la condivisione di tempo e spazio: se il desiderio impellente dopo una giornata di lavoro è quello di godere di una taciturna solitudine, la logorrea sfiancante di un partner tanto socievole affossa quel bisogno nascosto, equilibrato, tuttavia, dal benessere costante che solo la complicità è in grado di donare.
Ma spesso le donne cadono nell’errore di permettere che la parte di sé più femminile e sensuale si perda nell’affanno della routine, tra l’abitudine di conoscersi e il costante incontrarsi, per cui il naturale approccio con cui affrontano il partner ammazza l’attenzione verso la cura della ‘conquistatrice’, che pure deve esistere e sapere come tenersi stretto l’uomo che le dorme affianco.
Assolutamente bandito, allora, è l’utilizzo di alcuni accessori e avere alcuni atteggiamenti, quali:
Intimo ‘contenitivo’. Mutande stile ‘pancera’, calze gambaletto con deprimente effetto nudo, reggiseni di stoffa monacale devono restare chiusi ermeticamente nel cassetto del ricordo della singletudine autoimposta, se non si vuole prima o poi ritornare a viverla con certezza.
In bagno con la porta aperta. Qualunque sia il grado di confidenza raggiunta, la porta della stanza più intima della casa deve restare chiusa, anche se il bisogno fisiologico è veloce e sbrigativo.
Depilazione. L’uomo deve solo godere dell’effetto liscio, non vedere le contorsioni assunte durante cerette casalinghe per raggiungerlo, poiché con la stessa lentezza con cui si surriscalda la ceretta, scemerà il desiderio maschile di accarezzare quelle gambe sebbene ben depilate.
Tinta ai capelli/ manicure/ pedicure. Nemmeno per sogno, mai. Farlo assistere alla preparazione di miscugli densi da spalmare in testa o all’allestimento di altarini per la messa appunto di mani e piedi è un teatrino a cui l’erotismo si rifiuta di prestare la sua carica, restando desolato nella morsa di un avvilente, ma comprensibile, apatia sessuale.