Tatuaggi, aumentano i pentiti: vietato cancellarli senza laser

Stando ai dati del congresso nazionale della Società italiana di medicina estetica, tra i 20 milioni di persone tatuate in tutto il mondo, (in Italia un milione e mezzo, di cui, il 60%, uomini concentrati nella fascia di età tra i 16 e i 36 anni) aumentano i ‘pentiti del tatoo’: un tatuato su tre, infatti, prima o poi cambia idea e si presenta negli studi di medicina estetica per far scomparire il segno del passato e addirittura uno su quattro già dopo il primo anno, soprattutto se si tratta di simboli di fede politica e calcistica o di nomi e lettere di un amore finito.

Per quanto la laser terapia venga considerata una delle tecniche più sicure per la rimozione dei tatuaggi, fino ad oggi molto utilizzato è stato anche il metodo tedesco ‘Skinial’, basato su una sostanza venduta come cosmetico da iniettare sotto pelle e finita adesso nel mirino della procura di Torino e del ministero della Salute che ne ha sospeso la circolazione per violazione del codice del consumo da parte del responsabile della ditta torinese che lo commercializza in Italia.

Pare, infatti, che la crema a base di acido lattico sia presentata sul web come ‘cosmetico’ quando tale non è, in primo luogo perché si inietta e poi, come dice lo stesso pittogramma che campeggia sulle confezioni, perché è ‘corrosivo’. 
Palese, dunque, secondo le Autorità, il mancato rispetto del regolamento 1123 del 2009 dell'Unione europea, dato che l’azione ‘depigmentante’ dell'acido, inoculato nel derma, si esercita attraverso un ‘effetto necrotizzante’ che può riguardare qualsiasi cellula e quindi causare infezioni capaci di degenerare in granulomi epidermici. Inoltre, non è detto che la crema riesca a rimuovere il colorante, né che il tatuaggio sparisca del tutto.