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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Le 3 diete che creano più danni al fisico

Mangiare un solo cibo per giorni, nutrirsi solo di proteine e ridurre drasticamente le calorie sono gli atteggiamenti alimentari che a lungo andare possono deteriorare le funzioni dell’organismo

Decidere di seguire un regime alimentare ipocalorico per buttare via qualche chilo o semplicemente per disintossicarsi da un periodo di bagordi calorici, comporta anche la consapevolezza che alcune diete un po' troppo drastiche potrebbero causare conseguenze inaspettate e niente affatto vantaggiose per la funzionalità dell'organismo.

Affidarsi ai primi consigli sentiti o al famoso ‘fai da te’, bypassando il consulto di un esperto in materia di nutrizione che valuti la dieta più adatta per ognuno, può rivelarsi molto pericoloso e, oltre vanificare gli sforzi, potrebbe mettere a repentaglio la funzionalità del fisico che, ancor prima di essere pronto per la  ‘prova costume’, deve poter godere di ottima salute. 

Ecco, allora, le tre diete che a lungo andare potrebbero fare più male che bene:

- MANGIARE UN SOLO CIBO. Nutrirsi per diversi giorni di fila alimenti ritenuti sani (zuppa di cavolo, pompelmo, verdure crude, frutta o succo di frutta) con l’obiettivo di perdere velocemente i chili di troppo e accelerare il metabolismo eliminando tossine e grassi fa sì che l’organismo non abbia a disposizione tutte quelle vitamine o quelle sostanze nutritive essenziali per il suo benessere. Il corpo, infatti, si può rivolgere contro la massa muscolare per ricavare l’energia di cui ha bisogno, le calorie accumulate possono essere più difficili da bruciare e si può incorrere in diversi problemi gastrointestinali, soprattutto quando si assumono molti liquidi e pochi solidi. Per di più, come affermano anche gli esperti, questo tipo di dieta porta a pensieri ossessivi e non ottiene l’effetto depurativo sperato che ben si può raggiungere consumando più cereali integrali e alimenti ricchi di fibre. 

- DIETE IPERPROTEICHE. Mangiare alimenti ricchi di proteine con l’intento di bruciare più calorie necessarie per digerirle e sentirsi sazi più a lungo comporta assumere pochi carboidrati, necessari per il cervello e per il cuore come combustibile utilizzato dall’organismo per produrre energia. Anche in questo caso, infatti, il corpo, non disponendo della quantità adeguata di carboidrati, deve utilizzare l’energia che ricava dai muscoli e dal grasso, cosa che scatena la produzione di chetoni e quindi nausea, mal di testa, dolori muscolari, alito cattivo e, nel tempo, anche calcoli renali, gotta e insufficienza renale. Altri effetti collaterali di questo tipo di dieta consistono nella costipazione (derivata dalla mancanza di fibre), nella stanchezza intensa e nella debolezza ossea.

- RIDUZIONE DELLE CALORIE. Diminuire del 20 o del 25% la quantità di calorie rispetto a quelle di cui il corpo ha bisogno per funzionare bene, con il fine di ridurre il rischio di malattie cardiache, migliorare la funzione cardiovascolare e, ovviamente, di dimagrire, fa abbassare la velocità del metabolismo, trattiene le riserve di grasso e viene richiesto più tempo anche per le funzioni di base, come, ad esempio, la respirazione, con la successiva perdita dei nutrienti essenziali e, in particolare, del testosterone negli uomini.

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