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Sabato, 9 Dicembre 2023
Donna

Sei una donna? Non hai 'diritto di fare pipì'

In India la discriminazione nei confronti del mondo femminile non si arresta, al punto tale che alle donne non è consentito alcun accesso ai bagni situati per le strade

Madri, mogli e governanti della casa: solo questo possono essere le donne indiane nel 2013, relegate ancora nel recinto di un ideale antiquato che non permette loro neppure la ‘libertà’ di usufruire di un bagno pubblico. 

Come in molti altri Paesi, anche in India regna il dikat che le vuole soltanto affaccendate tra le pareti domestiche ed è per questo che nelle strade della città non sono previsti servizi igienici femminili: se una donna ha il bisogno impellente di andare al bagno, dunque, sarà costretta ad entrare in ristoranti, bar o alberghi, benché anche questi luoghi abbiano una rigida selezione all’ingresso che non accetta donne di ‘classi inferiori’.

Per combattere questa assurda situazione, l’organizzazione non governativa Coro ha lanciato la campagna “Right to pee“ ( 'Diritto di fare pipì', appunto), per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione e per spingere il governo indiano a fornire bagni pubblici per le donne nelle metropoli.

Sujata Khandekar di Coro spiega: “I bagni pubblici per donne sono pochi o non ci sono perché le donne, secondo la definizione tradizionale, devono starsene a casa. Abbiamo scoperto che verduraie e altre donne lavoratrici per anni si sono allenate a non andare al bagno per otto o dieci ore di seguito. Hai idea di quali problemi ginecologici, ai reni e alle vie uree crei una cosa del genere?”.

Per farsi un’idea della profondità discriminatoria dell’India urbana, basta analizzare i dati ottenuti da Coro circa i bagni pubblici presenti in 24 distretti (su 27) che compongono Mumbai: l’amministrazione ha comunicato un totale di 2849 orinatoi per uomini, nessuno per le donne.

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