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Venerdì, 29 Marzo 2024
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"I film porno, la mia ossessione malata": una donna racconta il suo dramma

Oghosa Ovienrioba, una studentessa inglese di 22 anni, rivela i dettagli della sua porno-dipendenza attraverso YouTube per aiutare i tanti che, come lei in passato, non riescono a fare a meno di guardare scene di sesso ad alto tasso erotico

A 22 anni, Oghosa Ovienrioba, una brillante studentessa inglese di legge, ha deciso di uscire allo scoperto raccontando a tutti di aver sofferto per quasi dieci anni di una vera e propria dipendenza dai filmati porno, nonché della fatica che ha fatto per uscire fuori da quel circolo vizioso che la costringeva a non poter fare a meno di guardare scene di sesso ad ogni ora del giorno e della notte.

"La prima volta che l'ho visto è stato uno shock. Poi, gradualmente, la sorpresa è diventata eccitazione, fino a che non ne ho potuto più fare a meno" ha raccontato la giovane che dice di aver visto quasi 400 ore di filmati, ma che ora afferma di essere guarita e di voler aiutare coloro che soffrono del suo stesso disturbo attraverso dei video, pubblicati su YouTube.

"Molte persone non credono che le ragazze possano soffrire di dipendenza da film porno, invece è un problema che può interessare entrambi i sessi. Io spero di poter fare qualcosa per aiutare qualcuno. Parlarne è il primo passo", ha spiegato la ragazza, la cui ossessione per i filmati hard è diventata sempre più grave intorno ai 20 anni, quando non riusciva neanche più a lasciare la sua stanza e si sentiva sola e incompresa.

Secondo Oghosa, l'accesso al materiale multimediale per adulti, è troppo facile per i giovani: "Ho iniziato per curiosità, da una semplice ricerca su Google. Intorno ai 18 anni ho avuto una relazione e per un po' ho smesso. Poi all'università, in una nuova città, di nuovo single, ho ricominciato. Per un periodo di 2-3 anni ho visto film porno tutti i giorni, non riuscivo a pensare ad altro. Non riuscivo più a vedere le persone come persone: per me erano solo oggetti sessuali. Qualsiasi cosa, anche un ragazzo che si toglieva una maglietta o una ragazza che si spogliava, mi facevano venire voglia di vederne ancora. Mi rinchiudevo nella mia stanza per ore, con la luce spenta, davanti allo schermo. Mi vergognavo di me stessa", ha spiegato.

A 21 anni, finalmente, la svolta "grazie alla fede": "Parlarne mi ha fatto realizzare meglio ciò che stavo vivendo. Come cristiana, ho imparato a controllare cosa lascio entrare nel mio cuore. Ora evito di guardare quel tipo di film o salto dei passaggi troppo 'hot' in alcuni libri". Il video in cui racconta la sua dipendenza fa parte del "recupero": "Ho ricevuto centinaia di commenti. Alcuni mi hanno fatto piangere. Molti mi hanno raccontato di quanto si fossero sentiti soli prima della mia testimonianza".

Per non far sì che altri giovani non vivano il suo problema, Oghosa crede che debbano essere messi dei paletti alla pornografia online: "Mi spezza il cuore sapere che un bambino può accedere facilmente al materiale pornografico come ho fatto io. Ci sono restrizioni per alcool e fumo e devono essercene anche per il porno".

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