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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Donna nana, non solo "tana": ecco perché ora piacciono più delle stangone

Se le spilungone puntano sull'altezza, le basse si giocano la restante metà della bellezza con altri mezzi

Il fattore principale di quella mezza bellezza garantita dal vecchio aforisma è motivo di vanto per le torreggianti valchirie, che sovrastano il popolo delle gnome dall'alto di centimetri donati loro da madre natura. Tacchi e zeppe sono per loro un vezzo, un irrisorio artificio da tralasciare quando comfort e praticità diventano un bisogno che apre la variegata rosa di scelte anche al lusso di concedersi calzature livellanti.

Ma il regno delle lillipuziane, quelle che la stessa madre natura ha privato della ventilata altitudine, gioca la carta della restante metà bellezza col jolly dell'avvenenza, la stessa che ha portato al successo donne del calibro di Marylin Monroe e Scarlett Johanson, supportato anche dalla sconfessata certezza che agli uomini le nane piacciono, sia per motivi psicologici che per questioni, per così dire, "pratiche". .

Innanzitutto, intriganti appaiono le forme facilmente maneggiabili, lascive nel concedere l'idea di un'ampia gamma di prestazioni affettive, dalla tenera stretta che le avvolge con una minima apertura alare alle più licenziose prestazioni acrobatiche che le pongono al centro di focose fantasie. E anche la scienza si schiera a favore delle esili amanti e supporta la teoria che l'accoglienza prestata da un'esigua superficie corporea sia in realtà un concentrato di estrogeni, gli ormoni sessuali femminili che mai saranno superiori al tasso di testosterone contenuto nel fisico delle imponenti stangone.

Celebri "basse" nella storia

Le mini veneri, poi, soddisfano il desiderio dell'uomo di sentirsi davvero "maschio", aspirazione niente affatto esaudita dalle pertiche, affianco alle quali il risultato che si ottiene è una grossolana iconografia dell'articolo "il", decisamente poco mascolino. Grazie all'aspetto fragile e indifeso, inoltre, stuzzicano l'atavico istinto del gagliardo paladino, che può sentirsi lo scudo di protezione di quella minuta delicatezza che guarda dal basso, esaltando la cima di una sedicente "torre di controllo" che però alla fine in tasca non le mette mai.

La rassegnazione delle titolari di cosce lunghe e colli slanciati corre, così, sul filo del sottile piacere provato dalle loro miniature, piccole dame dai ridotti volumi, che circoscrivono nello spazio di centimetri limitati la riproduzione in scala di un rifinito fascino.

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