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Venerdì, 29 Marzo 2024

Giorgia Gobo

Giornalista

Il giudizio è negli occhi di chi guarda (la foto di Vanessa Incontrada)

“Ahi serva estate, di dolore ostello”. Che non se ne abbia a male il grande Dante Alighieri se mi sono permessa di parafrasare una delle sue più celebri invettive, in cui criticava aspramente la condizione politica dell’Italia. In questo caso l’invettiva non riguarda la politica, ma la società in cui la “povera estate ridotta a schiavitù” è “dimora di sofferenze”, occhiate maligne alla cellulite e alle cosce di chi la cellulite non ce l’ha. La riflessione nasce da una foto pubblicata prima su Instagram, e poi nel settimanale Nuovo, da Riccardo Signoretti. Il direttore del settimanale prima di ogni uscita in edicola condivide sui social una piccola anteprima di cosa si potrà leggere nel magazine. Nulla di strano, anzi. In questo caso però Signoretti ha fatto una scelta che se analizzata bene risulta quasi essere un esperimento sociale.

La foto in questione non solo è stata commentata ma ha portato ad un vero e proprio dibattito social in cui viene vista come un'offesa a Vanessa, un atto di body shaming, in quanto non la ritrarrebbe per com'è veramente. Da qui nasce la volontà di spiegare perché il problema non sia la foto ma la percezione che si ha di essa.

Una precisazione: il problema non è criticare Nuovo e la sua scelta di pubblicare le foto dei vip al mare (ognuno è libero di esprimere la sua opinione), bensì la reazione avuta dal pubblico nel vedere, proprio nelle foto, un "giudizio morale" da parte di Signoretti e della giornalista Silvia Crivella, che ha scritto l'articolo. Giudizio che non c'è stato. Chi, infatti, vede nelle fotografie l'intenzione di mettere in vetrina un cambiamento fisico, sta lavorando di fantasia.

L'esperimento social(e) di Signoretti

Invece di puntare sul possibile quarto figlio di Francesco Totti e Ilary Blasi o sulle foto di Belen Rodriguez e Stefano De Martino, che si godono una giornata da famiglia allargata con Santiago e Luna Marì, Signoretti ha scelto Vanessa Incontrada e la sua prima vacanza al mare da single. Anche in questo caso nulla di strano, se non che la foto scattata dai paparazzi ha lasciato molti utenti interdetti e infatti si sono affrettati a commentare: “Ma non è lei”, “questa foto non le rende giustizia”, “si vede che è ritoccata esageratamente”, “questa è cattiveria gratuita”, “se questa è Vanessa Incontrada io sono una mucca volante”, “dovreste vergognarvi a pubblicare queste foto”.

Perché questi commenti? Perché tanto disappunto per una donna in costume da bagno che si gode qualche ora di relax? Perché l’immagine mostrata da quelle foto non rispecchia quella che siamo abituati a vedere. Alcuni hanno sottolineato di averla vista da poco e che “non è così”, ma così come? Sicuramente, e questo va detto, non sono le sue foto migliori, ma in quanti possono affermare di essere sempre fotogenici e perfetti in foto? La risposta è nessuno. Altri, la minoranza, hanno però osservato quanto sia bella, quanto sia bello vedere una “donna vera”, “una donna vera che va al mare”.

Così si arriva all’esperimento social(e) di Signoretti: che fosse voluto, o non, poco importa perché ha avuto come risultato una risposta che offre un quadro della società, che lo si voglia vedere o meno, deludente. In un periodo storico in cui ci vantiamo di body positivity e dell’accettazione su tutti i fronti, ma soprattutto quella sessuale e anatomica (che va a includere la bellezza e la disabilità), sembra assurdo, paradossale ed ipocrita, indignarci noi stessi, come pubblico, per i presunti chili in più di qualcuno o per una foto che non rende giustizia e che quindi offenderebbe la bellezza, in questo caso di Vanessa Incontrada.

Andando a leggere il servizio di Nuovo sull’attrice non si trova alcun riferimento alla sua forma fisica attuale, anzi viene sottolineato, citando alcune dichiarazioni più o meno recenti dell’ex conduttrice di Zelig, il suo essere finalmente a proprio agio con il suo corpo. Certo si parla anche della sua recente separazione e del fatto che fosse da sola sulla spiaggia di Follonica, fatto non possibile da confermare, ma ampio spazio è stato dato alla sua lotta per conquistare la sua felicità a discapito di una ricerca folle della perfezione (che lo ricordiamo non esiste). Incontrada, del concetto di perfezione, ne parlò nel 2019, in un monologo andato in onda su Rai1 durante la prima puntata di “20 Anni che Siamo Italiani”.

La ricerca della perfezione

"A volte vorrei parlare alla Vanessa di 20 anni fa e vorrei darle un consiglio: ‘Vani, smetti di voler essere diversa da quello che sei. Perché tanto la perfezione non esiste’ - spiegava Incontrada - Io volevo diventare ciò che non sono, tutti mi volevano diversa. Tutti. Ma tutti chi? Ho perso tempo a cercare di essere giusta, dimenticando di essere felice”. 

Pensava di essere sbagliata “agli occhi degli altri. Se fossi nata negli anni '30 o negli anni '50, quando il modello femminile era morbido, sarei stata perfetta. Però vivo nel 2000 e avere le forme è ritenuto sbagliato. E per questo dovrei vergognarmi?”. Qual è la risposta a questa domanda? Oggi, come ieri, la risposta dovrebbe essere “No, non devi vergognarti”, ma se ancora oggi il numero sulla bilancia va a influenzare l’opinione altrui allora la risposta, purtroppo, non è “no”, ma è “Sicuramente dovresti metterti a dieta”.

Nello stesso monologo è ancora una volta Incontrada a illuminare la via della body positivity: “Adesso riesco a sorridere, ma non è sempre stato così. Perché a volte le critiche feriscono: partono da un cellulare e arrivano allo stomaco. E quando vai in giro, sai che dietro le facce che incontri per strada, al supermercato o davanti alla scuola potrebbero nascondersi tutti quelli che pensano che tu sia sbagliata. Ma quel tutti non esiste. Esistono le persone, ad alcuni puoi piacere e ad altri no".

Il problema non è la foto, ma come la foto viene vista

E quindi chi siamo noi, eterni giudici della vita altrui, per definire “cattiveria gratuita” la pubblicazione di una foto? La risposta è “Siamo tutti e siamo nessuno”. Perché se è vero quello che dice Incontrada ovvero che il “tutti non esiste” e quindi è nessuno, esiste anche l’altra faccia della medaglia ovvero il “tutti che esiste” formato da "persone" a cui non si piace. In questo caso però il problema non è il piacere o il non piacere, ma è come quella foto viene percepita. Viene vista come un atto denigratorio nei confronti di Vanessa Incontrada, ma in realtà non lo è perché non è seguito, almeno dal giornale, da un giudizio fisico. Il giudizio però fa parte della società, siamo abituati a conviverci, ma per alcuni (donne, minoranze etc) rappresenta la fusione delle Sette fatiche di Ercole.

Su questi temi è illuminante il saggio di Maura Gancitano, Specchio delle mie brame. La filosofa e scrittrice in nove capitoli analizza la nascita, lo sviluppo e le conseguenze dell’idea di bellezza come qualcosa di oggettivo e naturale. Nel suo saggio viene spiegato come e perché il culto del bello, e anche del magro, sia diventato una prigione negli ultimi decenni. Ma una prigione per chi? Per le donne soprattutto e per fare un esempio, che magari vi può anche spingere a leggere il saggio, cito una piccola parte del capitolo 4, “Bellezza, grasso e decoro” in cui si fa riferimento al mondo del lavoro e alla magrezza.

“In uno studio degli anni Novanta, per esempio, a un gruppo di 320 responsabili delle risorse umane è stato chiesto di valutare, in video, alcune persone. I candidati erano in realtà attori e attrici che, in un primo caso, hanno recitato il discorso motivazionale presentandosi con il proprio corpo normopeso, mentre in un secondo video hanno indossato delle protesi teatrali che li facevano apparire grassi”, si legge nel saggio. Null’altro di diverso, solo il peso: “il discorso, l’indole, l’intonazione erano gli stessi, eppure i risultati hanno evidenziato un grande pregiudizio nei confronti dell’assunzione dei candidati in sovrappeso, specialmente se donne”. L’esperimento è stato pubblicato nel 1994 nel Journal of Applied Psychology.

Lo studio è di 28 anni fa, la società è cambiata, le abitudini sono cambiate, sono nati i social network e il rapporto con il proprio, e altrui, corpo è cambiato, sotto alcuni aspetti è migliorato, ma siamo ancora soggiogati dal paradigma bellezza standardizzata=valore. Limitiamo le nostre libertà, ad esempio il non indossare minogonne se si ha la cellulite, per rispondere a dei parametri e quello che riesce a sfuggire dall’algoritmo ancora non ci convince, ancora ci turba perché siamo “servi” di un modello spesso difficile da individuare perché ormai interiorizzato. In un contesto così saturo è quindi normale vedere nelle foto di Vanessa Incontrada al mare una donna che non è come dovrebbe essere, è invece difficile accettarle senza giudicare lei e Nuovo che in realtà ha solo condiviso una foto, non la migliore dell'attrice, ma è la stessa cosa fatta a Nek, Roberto Farnesi, Ilary Blasi e Totti.

Sotto le foto del settimanale Nuovo di Incontrada, Farnesi, Nek, Blasi e Totti.

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