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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Donna

La modella nuda, il pesce e Carlo Cracco

La copertina di GQ di dicembre fomenta le donne che gridano al ritorno dell'antico maschilismo

Prendi un uomo, vestito di tutto punto, con tanto di papillon rosso al collo. Mettigli affianco una bellissima modella nuda che si avvinghia a lui come una cozza allo scoglio e, voilà, la polemica è servita.

Stavolta ad essere incriminato è stato il mensile GQ, che per la copertina di dicembre ha posto davanti all'obiettivo fotografico Carlo Cracco, il cuoco infarcito di spocchia come i tacchini che prepara, che ha raggiunto la vetta di una grande popolatità grazie alla trasmissione MasterChef. 

"Sex, food & rock'n roll" è il titolo che campeggia in copertina, una sorta di didascalia per gli sparuti ingenui che facciano fatica a trovare allusioni sessuali tra l'enorme orata che la modella Jessica Dykstra tiene in mano e le doti -culinarie, s'intende- del fascinoso ristoratore, che, quanto ad espressività, sembra voler concorrere col prodotto ittico.

L'immagine ha suscitato il commento di Norma Rangeri, che sul Manifesto ha denunciato “un balzo indietro di trent’anni”: “Nel caso di GQ si torna indietro di qualche era culturale e si affonda nel vetero-machismo“, scrive la giornalista, che ha espresso il pensiero delle donne che continuano a  strabuzzare gli occhi davanti agli imperituri esemplari di "donne oggetto", che posando discinte hanno sempre voluto rendersi specchietti invitanti per gli acquirenti che ottimizzano le vendite delle riviste maschili.

Carlo Cracco

Il bello, tuttavia, arriva quando l'interessato co-protagonista della copertina incriminata -il cuoco, non l'orata- interviene per smorzare le critiche e illuminare sul senso intrinseco di un'immagine 'altamente' concettuale, di cui svela il profondo significato: “Ma l’aveva letto l’articolo? Il tema è il food e la sua attrazione. Di conseguenza, anche il cuoco è oggetto del desiderio. Tutto qui. Non credo che la copertina, ironica e brillante, di GQ inneschi reazioni tanto esagerate. La copertina deve o non deve colpire il lettore?”. 

Nulla di nuovo sotto al sole dell'inventiva mediatica, dunque: le idee che albergano nella mente dei creatori delle campagne pubblicitarie sono da sempre le stesse e sempre quelli restano i motivi che inducono a scatenare la solita bagarre delle suffragette che paventano un ritorno all'era maschilista, come se le copertine delle riviste per uomini avessero mai immortalato in costumi morigerati bellezze boteriane in tunica e mantello.
 

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