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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Essere di malumore fa bene: stimola la memoria e la capacità di giudizio

I musoni sono più perspicaci e inclini alla riflessione rispetto a chi tende ad essere sempre allegro e solare: ecco lo studio che ne spiega le ragioni

Gongolino gli scontrosi e gioiscano i musi lunghi, perché essere di malumore ha dei vantaggi a cui le facce sorridenti non possono ambire.
A scoprire che è proprio il broncio la chiave della felicità è stato lo scienziato americano Jonathan Rotteberg che ha pubblicato il suo studio nell’ultimo libro ‘The Depths, The Evolutionary Origins of Depression’ (‘Gli abissi, le origini evolutive della depressione’), in cui ha dimostrato che chi si sente giù ha più memoria e capacità di giudizio, riesce ad accorgersi se qualcuno mente e sa essere più diplomatico degli altri.

Per dimostrare che le persone mediamente infelici o comunque con uno stato d'animo malinconico, sono più ricettive e profonde degli altri, lo psicologo ha cercato di incupire un gruppo di persone proiettando un breve filmato con immagini ad alto tasso di tristezza e il risultato è stato proprio che quelle più incupite avevano molta più memoria ed erano più allertate verso chi mentiva. Inoltre, quel velo di tristezza li rendeva più capaci di mediare e di essere diplomatici nelle situazioni giuste. 

"La tristezza rende le persone più attente, scettiche e consapevoli del modo in cui elaborano le cose", ha spiegato Rotteberg che però ha aggiunto quanto sia fondamentale anche e soprattutto tenerla sotto controllo per non rischiare di sfociare nella depressione che, per quanto abbia aiutato l’uomo ad adattarsi ai cambiamenti della società per raggiungere degli obiettivi, resta sempre un fattore che mette in pericolo la socialità e la predisposizione verso l’altro. 

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