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Venerdì, 19 Aprile 2024
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L'uso di marijuana in gravidanza fa aumentare il rischio di autismo per il nascituro

Lo dice uno studio canadese pubblicato su Nature: soprattutto nel primo trimestre, i danni per il feto possono essere molto gravi

Sebbene molte persone siano convinte che l’uso di cannabinoidi non sia dannoso per la salute, al contrario, che comporti alcuni benefici, arriva uno studio dal Canada che mette in guardia su un aspetto molto importante. Infatti, secondo il team dell’Ottawa Hospital, BORN Ontario e l’Università di Ottawa (studio uscito sulla rivista Nature) il rischio di autismo può essere maggiore nei bambini nati da donne che hanno fumato marijuana durante la gestazione. La ricerca canadese ha preso in esame i dati di ogni nascita avvenuta in Ontario (Canada) tra il 2007 e il 2012, molto prima che la marijuana ricreativa fosse legalizzata nel paese nel 2017.

Nello studio rientrano oltre 500mila bambini e bambine: su mezzo milione di donne, i ricercatori hanno poi concentrato il focus su circa 2200 donne che avevano affermato di aver fatto uso di cannabis durante la gravidanza senza mescolarla con tabacco, alcol o oppioidi. Quello che è emerso è che proprio in queste donne è risultata una maggiore probabilità di veder nascere bambini autistici, come riporta Francesca Biagioli su GreenMe: “Le donne che hanno usato cannabis durante la gravidanza avevano una probabilità 1,5 volte maggiore di avere un figlio con autismo”, ha dichiarato la dottoressa Darine El-Chaâr, specialista in medicina fetale materna, ricercatrice clinica presso l’Ottawa Hospital Research Institute e autrice principale dello studio.

I dati rilevano che l’incidenza di autismo nei bambini esposti in utero alla cannabis era di 4 su 1000 nati all’anno, mentre di norma il un livello che si fermava a 2,42 nel caso di bambini non esposti al fumo di marijuana.  Sempre lo stesso team di ricerca canadese aveva già appurato che l’uso di cannabis in gravidanza è collegato a un aumentato rischio di parto pretermine. Da rilevare che la legalizzazione dell’uso della marijuana avvenuta di recente in molti Paesi, possa convincere le future mamme che questo cannabinoide sia utile per curare ad esempio la nausea della gravidanza o altri fastidi tipici di questa fase, nonostante la mancanza di ricerche sugli impatti a lungo termine che può avere sul feto.

Molte donne sono spinte all'uso della marijuana in gravidanza per la gestione del dolore, secondo la dottoressa El-Chaâr. “Alcune persone  la usano per dormire o per ridurre lo stress. Altri ancora la usano in modo ricreativo; è solo una parte della loro routine.”I dati affermano che l’uso della marijuana da parte delle donne in dolce attesa è aumentato negli Stati Uniti negli ultimi decenni. Un’indagine del 2019 realizzata su oltre 450.000 donne americane incinte di età compresa tra 12 e 44 anni a carico del National Institute on Drug Abuse ha rilevato che il consumo di cannabis è più che raddoppiato tra il 2002 e il 2017. Come ha rilevato il nuovo studio, la stragrande maggioranza dell’uso di marijuana avveniva durante i primi tre mesi di gravidanza. Ma è noto che proprio il primo trimestre uno dei momenti più delicati per lo sviluppo del feto anche a livello cerebrale, quando è più suscettibile ai danni, ha dichiarato El-Chaâr.

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