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Giovedì, 28 Marzo 2024
Matrimonio

Nozze e coronavirus: le regole da seguire per un matrimonio in sicurezza

Come si organizza un matrimonio post Covid? Come cambiano le cerimonie? Quali sono le regole da seguire per i ricevimenti? Qui trovate tutte le risposte alle vostre domande

Con la Fase 3, è di nuovo possibile sposarsi, ma è importante ricordare che per un matrimonio post Covid esistono diverse prescrizioni da osservare. L’emergenza sanitaria, infatti, ha condizionato ogni aspetto della nostra vita. Sperando in tempi migliori, molti futuri sposi hanno deciso di rinviare il matrimonio al 2021, ma c’è anche chi ha deciso di non aspettare e di organizzarlo nella seconda metà dell’anno, tra questa fine d’estate e i mesi autunnali.

Ma tutti i futuri sposi che vogliono coronare il loro amore in questo periodo devono quindi prestare attenzione alle nuove regole da rispettare. Questo non significa rinunciare al giorno indimenticabile che avete sempre sognato, ma semplicemente, all’organizzazione delle nozze si devono aggiungere gli accorgimenti che abbiamo imparato a seguire in ogni frangente della nostra quotidianità: dalla mascherina al distanziamento, alla igienizzazione delle mani, cui si aggiungono alcune ulteriori misure proprio ai buffef dei rinfreschi.

E’ importante per tenere a mente che ci possono essere delle differenze tra le varie Regioni ed è quindi utile fare riferimento ai regolamenti e decreti regionali in merito; se il giorno del vostro Sì è prossimo, il consiglio è anche di tenersi sempre aggiornati per non farsi cogliere impreparati da eventuali modifiche in corso d’opera considerando l’attuale situazione un continuo divenire.

Regole generali

La buona notizia è che per gli sposi non è obbligatorio indossare la mascherina, come comunicato dalla Cei a fine giugno, con il parere positivo del Comitato tecnico-scientifico. E questo significa che si potra rispettare il dictat tanto atteso ne momento della celebrazione: “lo sposo può baciare la sposa”.

Numero invitati

Non è previsto a priori un numero massimo di partecipanti alla cerimonia, ma, come in tutti i luoghi chiusi, gli accessi sono ancora contingentati. La quantità di persone che può accedere dipende dalla capienza della Chiesa, meglio quindi informarsi prima.

Distanziamento

Anche in questo caso vale la regola della distanza di almeno un metro tra le persone sedute ai banchi (eccetto i congiunti). Vietati quindi gli assembramenti, anche al momento di entrare e uscire dalla Chiesa.

Mascherina

Come abbiamo visto, non è necessario che gli sposi la indossino. L’obbligo di proteggere naso e bocca rimane invece sia per il sacerdote sia per gli invitati presenti in Chiesa.

Negli edifici, non può entrare chiunque abbia una temperatura uguale o superiore a 37,5 gradi, presenti sintomi respiratori o influenzali, oppure sia stato in contatto con persone positive al Covid; quindi tutte le location dovranno prevedere qualcuno all’ingresso delle aree chiuse (sala banchetti, chiesa, sala del Comune) che misuri la temperatura degli intervenuti.

Avete sempre sognato di sposarvi accompagnati da un coro di voci? Recentemente il Comitato tecnico scientifico ha dato il via libera al ritorno dei cantori nelle funzioni. Vale sempre, ovviamente, l’obbligo della distanza personale tra i componenti.

Infine, la tradizione del lancio del riso. Non è citata nei protocolli stabiliti dalle autorità, ma solitamente viene considerato impraticabile dato il divieto di assembramento sul sagrato della Chiesa. Alcune diocesi, invece, lo vietano esplicitamente.

Il rito civile

Per quanto riguarda le nozze post Covid in Municipio valgono più o meno le stesse regole. Gli accessi alla sala in cui si celebrano le nozze dipendono dalla capienza calcolata con le norme di distanziamento.

Anche in questo caso, vige l’obbligo di indossare la mascherina per tutti, tranne che per gli sposi durante la cerimonia. Rimane imprescindibile la regola generale riguardo ai sintomi respiratori o influenzali: chi ce li ha, oppure chi ha una temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5 gradi, non può accedere alle sale comunali. La cosa migliore, comunque, è contattare preventivamente il Comune di riferimento per ottenere informazioni sulle specifiche prescrizioni in vigore.

Il ricevimento

Nel protocollo approvato dalla Conferenza delle Regioni, c’è un capitolo apposito dedicato ai banchetti delle cerimonie.

Gli spazi al ristorante devono essere riorganizzati in modo da evitare assembramenti e, possibilmente, prevedere percorsi differenti per accessi e uscite. È necessario inoltre predisporre un’adeguata informazione sulle regole da rispettare nel corso dell’evento. Deve essere poi garantita l’igienizzazione degli ambienti e di tutte le dotazioni.

Le norme prevedono anche che il locale debba conservare per 14 giorni l’elenco dei partecipanti. La cosa migliore, finché la stagione lo permette, è quella di scegliere spazi esterni, perché le regole sono meno stringenti.

Per quanto riguarda i tavoli, devono essere disposti in modo da avere un metro di distanza tra i commensali. Una prescrizione che spinge molti, ora, a riunire alla stessa tavolata nuclei familiari che non hanno l’obbligo di distanziamento.

In merito alle mascherine, gli invitati devono indossarla negli ambienti interni quando non sono seduti ai tavoli e in quelli esterni se non è possibile mantenere le distanze. Controllate, però, cosa è previsto dalla vostra Regione perché ci sono alcune eccezioni. Il personale, invece, deve indossarla sempre.

Infine, il buffet. È possibile organizzarlo, ma evitando che gli invitati tocchino il cibo: il servizio di somministrazione, quindi, deve essere effettuato dal personale. Il self service è consentito solo in caso di pietanze confezionate in monodose. Anche in fila al buffet è in ogni caso obbligatorio indossare le mascherine, evitare assembramenti e mantenere il distanziamento.

La musica

E la musica? È consentita, ma attenzione al ballo: l’ordinanza del 16 agosto ha infatti sospeso questo tipo di attività sia all’aperto sia al chiuso. Il provvedimento riguarda quindi non solo discoteche, sale da ballo e locali assimilati, ma anche lidi, stabilimenti balneari, spiagge, spazi comuni delle strutture ricettive e altri luoghi aperti al pubblico.

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