Sacro e profano posano insieme per il calendario di Lindner, un’azienda polacca di casse mortuarie che da qualche anno a questa parte sponsorizza i suoi prodotti associando la morte alle pose svenevoli di modelle procaci. Dodici scatti fotografici, tanti quanti i mesi dell’anno, ritraggono donne in pose leziose su eleganti bare di legno pregiato, con l’intento di rendere l’Aldilà una meta mica poi tanto spaventosa.

La provocatoria tecnica di marketing non è piaciuta alla Chiesa della Polonia, un Paese che è notoriamente fervido credente e assiduo praticante, e si è scagliata contro l’ignobile mercificazione del sesso e la sfrontata insolenza nei confronti della morte, che meriterebbe rispetto e ben altra considerazione. Ma gli attacchi non hanno scalfito il fondatore della ditta nonché ideatore della trovata, Zbigniew Lindner, che si è giustificato replicando: "Abbiamo voluto mostrare la bellezza delle fotomodelle polacche insieme alla bellezza delle nostre bare e dimostrare che una cassa da morto non è un simbolo religioso, ma un 'contenitore'".

Il calendario dello scandalo

Un mercato in netta crescita, quello del caro estinto, che, considerata l’inevitabilità dell’evento, non sente la minaccia della crisi, ma che, tuttavia, in Polonia fatica ad espandersi, poiché i notevoli benefici sociali (1350 euro) elargiti per l’estremo cerimoniale dal governo di Varsavia, hanno sempre spinto i cittadini verso il sarcofago “made in Italy”, più lussuoso ma anche più dispendioso. Ora che il sussidio è stato notevolmente ridotto, la Lindner si frega le mani e punta all’obiettivo di superare il milione di funerali entro il 2040. "Qualcuno dovrà fabbricare quelle bare extra e intendiamo essere noi", dichiara con entusiasmo il titolare.

Per la serie, è un lavoro sporco, ma qualcuno deve pur farlo. E, giacchè, guadagnarci pure.