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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Basta Pap test: contro il tumore all’utero meglio l’analisi del Dna

I medici americani hanno votato a favore della graduale sostituzione del comune esame di controllo con un test genetico

Contro il cancro al collo dell’utero, anche la Food and Drug Administration raccomanda l’analisi Hpv del Dna al posto del comune Pap test, che consiste nel prelievo di un piccolo campione della cervice da esaminare ad un microscopio alla ricerca di eventuali anormalità.

Gli esperti incaricati dall’ente governativo statunitense hanno espresso parere positivo a quanto dimostrato da diversi studi internazionali, il più importante dei quali condotto in Italia dal Centro Prevenzione Oncologica delle Molinette di Torino, dagli studiosi svedesi del Karolinska Institutet di Stoccolma, dagli inglesi della London School of Hygene e dell’Università di Manchester e dagli olandesi della Vrje Universitet di Amsterdam. 

Questa volta, dunque, gli Stati Uniti arrivano dopo l’Italia in cui l’esame l’Hpv ha appena sostituito in nove regioni - Piemonte capofila - il pap test in seguito alla pubblicazione dello studio del professor Ronco sulla rivista ‘The Lancet’. 

Il test Hpv sarà destinato a rimpiazzare gradualmente ma completamente l’altro esame, che per ora affianca ancora in qualche centro il nuovo metodo d’indagine sulle cellule cancerogene: “Il cambiamento - conferma l'epidemiologo torinese Guglielmo Ronco che ha coordinato la ricerca su oltre 175 mila donne in quattro Paesi del mondo - non può essere fatto da un giorno all’altro anche perché si dovranno attrezzare i centri specializzati e formare gli operatori”.

Lo studio italiano è il più esteso mai condotto: il nuovo test sarà destinato inizialmente alle donne fra i 30 e i 64 anni di età, “poiché sotto i 30 anni - precisa l’epidemiologo Ronco - l’esame del Dna rileva ancora molte lesioni destinate a regredire spontaneamente”. La ricerca ha scoperto non solo la maggiore efficacia del nuovo esame rispetto al tradizionale, ma ha permesso di definire meglio tempi e modi di indagine alla ricerca dei segnali premonitori del tumore alla cervice uterina: intervalli fra un controllo e l’altro, età delle donne, tipi di approfondimento per chi risulta positiva. Non ultimo, “ha dimostrato che eseguire il test ogni 5 anni invece che 3, come avviene con il pap test, non diminuisce l’efficacia e porta anzi a una riduzione della spesa sanitaria di circa il 20 per cento”. 

“Il test Hpv - spiega il Professor Ronco - permette di ridurre del 60-70 per cento l’incidenza dei tumori invasivi del collo dell’utero rispetto al pap-test”, dato non da poco dato che il cancro alla cervice uterina provoca ogni anno mille vittime, con tremila nuovi casi ogni dodici mesi: il 6,2 per cento di donne corre il rischio di sviluppare questo tipo di tumore fra 0 e 74 anni di età. 

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