Chi ha sbagliato, deve pagare, anche a distanza di anni, anche se nessuno potrà mai restituire loro il tempo vissuto lontano dalla loro vera famiglia: lo chiedono Manon e Mélanie, due ragazze che hanno scoperto 10 anni fa l'errore che aveva commesso un'infermiera della clinica Bocca, dove sono nate circa 20 anni fa, a Cannes, che le ha scambiate di culla a poche ore dalla nascita.

Era il 1995 quando le neonate affette da itterizia furono collocate nella stessa incubatrice e nel porgerle ai genitori per il loro ritorno a casa, Manon fu data ai Serrano e Mélanie ad un'altra famiglia che ha chiesto di rimanere anonima: "Continuavo a dire che mia figlia aveva la pelle troppo scura" racconta Sophie Serrano, madre biologica di Mélanie, a cui fu affidata, invece, Manon, "Mi fu risposto che erano state le lampade sopra l'incubatrice".

Ma il dubbio non passava affatto e più la bimba cresceva, più le certezze vacillavano, per cui il marito di Sophie, dopo anni e anni di allusioni sull'inesistente somiglianza tra lui e la figlia, ha deciso di fare il test del dna per scoprire che effettivamente Manon non era figlia sua e neppure di sua moglie Sophie. A quel punto, non è stato difficile ritrovare l'altra famiglia, quella a cui era stata data Mélanie, l'altra bambina nell'incubatrice, anche perché le due bambine per anni avevano abitato a meno di 20 km di distanza.

Tornare indietro, però, è impossibile e Sophie, dopo un periodo di frequentazione iniziale, non riesce più a vedere come sua la figlia biologica da cui è stata troppo a lungo lontana, per le troppe differenze di educazione e di mentalità e pure per la rivalità tra le due ragazze che si è alimentata nel tempo.

E non lo ha fatto neppure la giustizia, che nel 2004 ha archiviato il caso e solo ora, 20 anni dopo lo scambio, le due famiglie sono riuscite a farlo riaprire chiedendo alla clinica, ormai chiusa, 12mila euro a titolo di compensazione. Ma chi all'epoca sbagliò, oggi si rifiuta di pagare.