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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La "Sindrome della capanna": come affrontare e superare le paure e l'ansia generati dal distanziamento sociale

Una situazione inedita, generata dal lungo lockdown, ha costretto le persone a modificare i propri spazi e il modo di vivere le relazioni. Ecco come uscirne

Ne abbiamo sentito parlare tanto nei mesi passati e ancora ne sentiremo parlare per molto tempo: è la “Sindrome della capanna” e l’hanno vissuta tantissime persone durante e dopo il periodo del forzato lockdown causato dalla pandemia da Covid-19. Vediamo di che cosa si tratta e come è stato inquadrato questo fenomeno dalla Società Italiana di Psichiatria.

Definizione

La Sindrome della capanna, chiamata anche Sindrome del prigioniero, è una condizione psicologica del tutto inedita letteratura scientifica. In quanto sindrome, manifesta una configurazione più o meno tipica di sintomi di malessere, che si verifica quando, a seguito di un lungo periodo di distacco dalla realtà, arriva il momento di riprendere contatti con il mondo esterno. In questa fase, infatti, il soggetto presenta uno stato di malessere, stress e ansia all'idea di uscire nuovamente di casa dopo un periodo lungo di isolamento e distanziamento sociale. L’eccezionalità della situazione creata dal Covid-19, ha fatto assumere alla Sindrome della capanna dei particolari connotati: infatti questo disturbo può colpire coloro che hanno vissuto con insofferenza il lockdown, così come chi è riuscito a vivere bene il tempo trascorso forzatamente tra le mura di casa.

Come capire se si è in preda alla sindrome del prigioniero

Tra i sintomi tipici della Sindrome della capanna troviamo:

  • Ansia
  • Tristezza, angoscia
  • Mancanza di energia e di entusiasmo
  • Diminuzione della motivazione
  • Senso di solitudine, percezione di non avere speranza
  • Sentimento di estraneità alla società

Si tratta di sintomi compatibili anche con profili ansiosi e depressivi.

Sebbene si tratti di una condizione temporanea, è fondamentale monitorare l’andamento dei sintomi in quanto, nel medio periodo (circa tre settimane), possono incidere sulla salute psicologica e diventare un vero e proprio disagio psicologico: depressione, ansia e attacchi di panico, insonnia e disturbi dell’adattamento. In caso di depressione già diagnosticata in una persona, la situazione del Covid 19 non può far altro che peggiorare gli effetti.

Sindrome della capanna: come affrontarla. La "zona di comfort"

La minaccia della pandemia ha imposto alle persone una riorganizzazione del quotidiano e dei ritmi di vita: nuove abitudini, lavoro in smart-working, distanziamento sociale. Ciò che ha aiutato le persone a superare le fatiche psicologiche di questo momento, è stata la consapevolezza che rimanendo in isolamento a casa stavano contribuendo ad arginare la diffusione del virus.

Ecco perché la propria abitazione, asettica e disinfettata, è diventata un rifugio, una protezione dall'incertezza e dal pericolo del mondo esterno e dall'invisibile minaccia del virus. Le circostanze insolite del lockdown sono allora diventate una nuova “normalità". Abituandosi a questa nuova normalità, le persone hanno ridefinito la propria “zona di comfort”, ambiente che garantisce sicurezza e tranquillità. Ecco perché uscire dalla propria zona di comfort implica senso di incertezza, ansia e sopraffazione. Secondo gli esperti, questi sintomi della Sindrome della capanna sono specificamente associati alla paura di non essere in grado di (o di non volere) adattarsi alla nuova modalità di vivere in società: rispettare i distanziamenti, usare le mascherine, disinfettare ovunque le mani, evitare gli assembramenti.

L’abitudine a una convivenza forzata con il Covid-19, che appare per adesso l’unica alternativa plausibile a nuovi lockdown, può dunque rappresentare una fonte di notevole stress e disagio.

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