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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Redazione

Hanno senso le polemiche sessiste sulla Spigolatrice di Sapri?

Un simbolo del Risorgimento, un inno alla rivoluzione e un omaggio allo spirito patriottico italiano: la “Spigolatrice di Sapri”, nelle parole del poeta Luigi Mercantini, incarna gli ideali che hanno portato alla costituzione dell’Italia quasi quanto l’Inno. È lei, nelle parole di Mercantini, ad assistere impotente alla sconfitta dei 300 uomini della spedizione di Carlo Pisacane, arrivati a Sapri nel 1857 per innescare una rivoluzione antiborbonica nel Regno delle Due Sicilie. È sempre lei, poverissima e costretta per sopravvivere a spigolare il grano (a raccogliere cioè nei campi arati le spighe sfuggite ai covoni), ad abbandonare il lavoro e a seguire gli eroi del Risorgimento e a unirsi alla lotta, pur da lontano, di quei “trecento, giovani e forti” massacrati dalle truppe borboniche. Ed è sempre lei a rappresentare, con il suo lavoro umilissimo e l’ardore patriottico, l’Italia di allora.

Non stupisce dunque che Sapri abbia voluto renderle omaggio con una statua, la seconda (un'altra è datata 1994 e si vede solo dal mare) installata sul lungomare. Ciò che ha stupito, invece, sono le fattezze della statua, e il modo in cui la spigolatrice è stata rappresentata: le curve del suo corpo evidenziate da una veste semitrasparente, il fondoschiena in particolar modo, le spalle nude e la testa voltata verso il mare a lanciare quella che a molti detrattori è parsa un’occhiata civettuola. A realizzare la statua, che regge sottobraccio alcune spighe di grano, è stato l’artista cilentano Emanuele Stifano, presente all’inaugurazione cui ha partecipato anche l’ex premier Giuseppe Conte. Neanche il tempo di concludere la cerimonia, però, che la protesta ha iniziato a montare: la procacità della spigolatrice e la scelta di evidenziare le sue forme con la veste semi trasparente non è piaciuta a molti, che hanno tacciato la statua come “sessista, maschilista, imbarazzante, offensiva” a seconda di chi ha commentato sui social.

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Veementi proteste sono arrivare anche dal mondo politico, con la senatrice Monica Cirinnà che ha chiesto la rimozione definendo la statua “uno schiaffo alla storia e alle donne che ancora sono solo corpi sessualizzati, nulla dice dell'autodeterminazione di colei che scelse di non andare a lavoro per schierarsi contro l'oppressore borbonica”. Laura Boldrini le ha fatto eco, chiedendosi “come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato? Il maschilismo è uno dei mali dell'Italia”. Non è mancata neppure l’ironia, con parecchie donne che su Twitter hanno condiviso la foto che ritrae la spigolatrice da dietro, di fronte le istituzioni (Conte compreso) in ammirazione, desiderando “iscriversi alla palestra dove va la spigolatrice di Sapri”.

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Il sindaco Antonio Felice (Italia Viva) ha difeso l’opera: “È stata realizzata con maestria e impeccabile interpretazione”. Lo scultore si è a sua volta difeso, dicendosi “allibito e sconcertato” dalla reazione suscitata, e ha chiarito che “quando realizzo una scultura tendo sempre a coprire il meno possibile il corpo umano, a prescindere dal sesso. Nel caso della Spigolatrice, poiché andava posizionata sul lungomare, ho ‘approfittato’ della brezza marina che la investe per dare movimento alla lunga gonna, e mettere così in evidenza il corpo”. A chi ha contestato la decisione di metterne in evidenza le forme, Stifani ha replicato che è servito “per sottolineare una anatomia che non doveva essere un’istantanea fedele di una contadina dell’800, bensì rappresentare un ideale di donna, evocarne la fierezza, il risveglio di una coscienza, il tutto in un attimo di grande pathos”.

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Indiscutibilmente bellissima, la nuova spigolatrice di Sapri, sia nella forma sia nella realizzazione, e nulla ci sarebbe di male. Molti l’hanno apprezzata, gettando acqua sul fuoco della polemica. Eppure resta il dubbio dell’appropriatezza, se fosse davvero necessario “sottolineare una anatomia di un ideale di donna” arrotondando il fondoschiena della giovane spezzata dal durissimo lavoro nei campi, che assiste al massacro dei trecento di Pisacane in missione per l’unità d’Italia. Vero è, però, che sino a sabato non tutti, soprattutto tra le nuove generazioni, avevano sentito parlare della spigolatrice di Sapri e della poesia di Mercatini, diventata addirittura trend topic su Twitter. E se una delle funzioni dell’arte pubblica è quella di generare riflessioni e spingere all’approfondimento, non si può dire che il Comune di Sapri e Stifano non siano riusciti nell’intento.

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