La storia di Aicha, l’attrice che finge una gravidanza per sfidare il sistema
L’immagine dell’interprete tunisina 29enne ha suscitato dibattito nel paese in cui avere figli fuori dal matrimonio è ancora considerato un grave ‘peccato’
Aicha Attia è un’attrice popolare in Tunisia, con più di 2 milioni di follower che cinque giorni fa ne hanno appreso la gravidanza da una foto che l’ha ritratta con un maglione rosso alzato per mostrare le dolci rotondità. “Dicono che è questo è figlio dell’haram (il peccato), una parola che non mi piace per nulla. Che colpa ha mia figlia? La chiamerò Maya”, ha scritto la 29enne a corredo dell’immagine che ha fatto da cornice al racconto di essere rimasta incinta di un uomo che diceva di amarla per poi sparire: “Io posso mantenere mia figlia, ma altre ragazze che non sono in grado di farlo cosa potrebbero fare? Uccidere un innocente? Buttarlo per strada?”.
L’immagine ha scatenato un accesso dibattito in Tunisia dove ancora oggi una donna che abbia una relazione al di fuori del matrimonio è malvista dalla società. Molti sono stati coloro certi che l’annuncio fosse una trovata pubblicitaria e che Aicha abbia usato Photoshop per falsare la propria immagine; molte anche le accuse rivolte all’attrice che, in tal modo, avrebbe avuto l’intento di incitare le donne ad avere relazioni sessuali illecite.
Cosa c’è dietro alla ‘gravidanza’ di Aicha
Interpellata dalla tv egiziana ‘Youm Sabie’ Aicha ha dato la sua versione dei fatti, chiarendo come il suo gesto fosse mirato a sensibilizzare sul tema delle ragazze madri una società che considera ancora molto grave avere figli fuori dal matrimonio. In sostanza, Aicha ha spiegato di essersi fatta voce e corpo di una storia accaduta davvero, non a lei, ma a un’amica, rimasta incinta e abbandonata da un uomo. “Volevo sollevare la questione sociale delle ragazze madri che partoriscono fuori dal matrimonio”, ha spiegato l’attrice: “Sono donne che soffrono due volte: per l’inganno maschile e per l’emarginazione sociale e la criminalizzazione di alcune nazioni del mondo arabo e islamico”.