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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Bianca Guaccero: "Mia figlia mi ricorda che l'amore vero esiste" | L'INTERVISTA

La conduttrice di 'Detto Fatto' si mette a nudo nel libro 'Il tuo cuore è come il mare', una lunga confessione alla figlia Alice, oggi il fulcro della sua vita

La registrazione di 'Detto Fatto' è finita da un po', ma Bianca Guaccero è ancora in camerino perché dopo l'infortunio alla mano qualcuno dello staff si ferma sempre per aiutarla a prepararsi, come si fa in famiglia. "Non me ne faccio mancare una" dice al telefono, mostrando subito il suo biglietto da visita. L'ironia. Sa prendersi in giro - qualità rara in una donna - ma riesce benissimo anche a mostrarsi senza filtri, come fa nel libro 'Il tuo cuore è come il mare'. Una lunga confessione alla figlia Alice, di 5 anni, in cui racconta luci e ombre della sua vita, lontana dall'essere una fiaba, come quella di ogni donna, ma anche di ogni uomo, non importa se di "successo". E proprio attraverso il linguaggio delle fiabe la conduttrice tira fuori ricordi, vittorie, fallimenti e scelte importanti, senza mai "edulcorare la pillola". 

"Il tuo cuore è come il mare" è una lettera che scrivi a tua figlia Alice. Gliela farai leggere tutta?
"La leggerà nelle varie fasi della vita. Mi auguro che crescendo possa piano piano apprezzarne sempre di più significato. E' come una matrioska. Quando sarà più grande potrà leggerlo da sola, oggi glielo leggo io. Le leggo le cose legate alle favole, non le ho scelte a caso. Le favole sono geniali perché con il loro linguaggio semplice riescono a parlare ai bambini di cose profonde".

Tra madre e figlia ci si deve dire tutto o qualche segreto è bene che ci sia?
"Secondo me bisogna avere la giusta distanza, come in tutti i rapporti. E' fondamentale mantenere sempre una propria oasi, conservare la propria identità e riuscire a trovare negli altri il giusto supporto. Ci sono dei confini tra madre e figlia, è giusto che alcune delle sue cose le condivida con le amiche, le coetanee. La mamma amica no, io credo molto nei ruoli".

Che mamma sei?
"Con lei sono felice di ritornare anche bambina. Ci gioco molto, ma parliamo anche tanto. La sera nel letto ci facciamo delle grandissime chiacchierate, mi racconta cosa ha fatto a scuola, mi chiede perché una bambina si è comportata in quel modo o in un altro. Questa poi è l'età dei perché, mi chiede il perché di ogni cosa e io non le edulcoro la pillola. Le dico sempre quello che penso, la verità, magari con un linguaggio più morbido. Le ho sempre spiegato le cose, fin da quando era piccola, anche se molte persone mi dicevano che non avrebbe capito. Non è vero. I bambini hanno una grande capacità di comprendere, a volte anche più di noi adulti".

E che figlia sei invece?
"Una figlia che ha bel caratterino. Con mio padre vado molto d'accordo perché è più discreto, ci compensiamo. Con mia madre invece spesso ci siamo scontrate, dice che ho un carattere duro, anche con me stessa, mi rimprovera per la troppa disciplina. Lei è più morbida, ma io di lei amo proprio questa dolcezza e purezza. Ci siamo scambiate delle cose, perché non è detto che solo un genitore insegna ai figli, anche i figli insegnano ai genitori. Mia figlia mi insegna molto con la sua dolcezza. E' una bambina pacata e ironica, con il suo amore puro scioglie le cose granitiche dentro di me e mi ricorda che l'amore vero esiste. Crescendo ci si indurisce, si forma una scorza dura ed è inevitabile quando si cresce perché impariamo a difenderci e a non vivere solo in balia delle emozioni. Alice invece è tutta emozioni e purezza, si affaccia alla vita con curiosità e benevolenza, è di una tenerezza quasi straziante, mi fa piangere e mi ricorda che è proprio quello il bello della vita: affacciarsi al mondo con quegli occhi".

Nel libro ti metti a nudo a partire dalla tua infanzia. Partiamo da lì anche noi. Ti capita spesso di ripensare alla Bianca bambina? Cosa ne è rimasto oggi?
"E' il mio chiodo fisso: ritornare alle origini, rimanere ogni giorno in contatto con l'autenticità. Chi siamo lo siamo stati in quel periodo della nostra vita, riconquistare e tenersi stretto quel granello dell'infanzia è fondamentale. Lì è racchiusa la nostra libertà, senza nessuna costruzione sopra. Le famose sovrastrutture. Quelle pagine bianche su cui poi tutti hanno scritto sono fondamentali. Io della mia infanzia mi ricordo tutto".

Il ricordo più bello?
"Ne ho tanti, ma soprattutto mi ricordo che ero sempre felice, ero felice di tutto. Ero una bambina entusiasta, tipo Candy Candy. Qualsiasi cosa mi succedeva la prendevo a cuore, emanavo gioia da tutti i pori".

La rivelazione, che fai sempre nel libro, di aver sofferto di attacchi di panico è stata accolta con clamore, eppure è un argomento che ormai non dovrebbe più essere un tabù...
"In realtà è stato strumentalizzato quello che ho scritto. Non è vero che ho superato gli attacchi di panico grazie a Ventola, avevo semplicemente spostato l'attenzione da una cosa all'altra. Ho raccontato cose molto delicate, quella parte si inserisce in un discorso più profondo. Mi dispiace perché hanno stravolto il senso, come al solito si minimizza tutto".

Oggi come stai?
"Bene. Sono cose legate alla ricerca di un'identità, potremmo aprire un capitolo di ore. Sicuramente negli anni ho imparato a seguire i segnali del mio corpo e della mia mente, ho cercato con tutte le forze di capire chi ero e di amarmi, ma è un discorso lunghissimo che dura da anni". 

La tua carriera tra cinema e tv è piena di successi. C'è stato qualche momento buio?
"Sono stati anni talmente pieni di cose che ti dico di no. A un certo punto ho rallentato con il lavoro per dedicarmi a mia figlia e sono felice perchè è stata un'altra avventura straordinaria. L'artista ha un'esigenza, comunicare all'esterno le emozioni e quelle le attingi solo dalla vita. Bisogna vivere la vita per trasferire emozioni, per questo ho deciso di dedicarmi alla famiglia e poi ho cercato di trovare un equilibrio tra le varie cose".

Missione compiuta?
"E' sicuramente impegnativo. Siamo donne che fanno parte di una generazione cresciuta con l'esempio delle nostre madri, totalmente o quasi dedite alla famiglia, che hanno anche rinunciato al lavoro. Mia madre è una casalinga convinta e venendo da quell'esperienza non avevo il contraltare. Lavorare non significa necessariamente rinunciare a qualcosa e oggi dobbiamo dimostrare che possiamo realizzarci nel lavoro ma essere comunque madri presenti".

E sul lavoro qualche uomo "prepotente" l'hai incontrato?
"Sinceramente no e non lo dico perché devo qualcosa a qualcuno. Sono stata fortunata forse, ma mi sono sempre trovata davanti persone serie e competenti con cui ho lavorato in grande armonia. Tutta la mia solidarietà a chi invece ha vissuto certe esperienze che non dovrebbero esistere, ma in nessun ambiente, e la mia stima a chi con coraggio si ribella e racconta la verità".

Il tuo cuore è il mare: calmo, agitato o in tempesta?
"In questo momento è un mare dove splende il sole e il sole è mia figlia. Il fulcro è lei e quello che sto vivendo lavorativamente. Le persone che seguono 'Detto Fatto', il pubblico, mi stanno regalanzo una bellissima brezza estiva su questo mare. E' un mare sempre un po' increspato, ma perché sono io così di carattere. Un mare increspato con lo scintillio del sole sopra. Ecco, mi definirei così".

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