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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Manager bionda diventa mora "per essere presa sul serio sul lavoro"

"Essere bruna mi aiuta a sembrare un po' più vecchia e ho bisogno di questo per essere presa sul serio sul lavoro" ha spiegato Eileen Carey, trentenne amministratrice delegata di un'azienda della Silicon Valley

Da bionda a mora per motivi tutt'altro che vanesi: è la scelta singolare Eileen Carey, trentenne amministratrice delegata di un'azienda della Silicon Valley che ha ritenuto opportuno stravolgere il suo look per avere più chance nel mondo del lavoro.

Visti i risultati - stando al suo racconto - la decisione sarebbe stata azzeccata al fine di godere di una credibilità che altrimenti non avrebbe avuto. 

"Ero bionda, portavo le lenti a contatto e i tacchi a spillo. Ora mi sono tinta i capelli di scuro, ho messo gli occhiali. Ecco come mi sono fatta strada e sono risultata più credibile" ha raccontato la giovane al magazine della Bbc - "La prima volta che mi sono tinta i capelli, ho seguito le indicazioni di una donna che aveva avuto successo negli affari". 

"Da bruna sembravo un po’ più vecchia e questo mi aiutava a essere presa sul serio" ha spiegato ancora Eileen che ha anche abolito tacchi a spillo e lenti a contatto alla volta di pantaloni e occhiali da vista, convinta da alcuni racconti che gli investitori si sarebbero trovati meglio ad interloquire con una bruna che con una bionda. 

Certa che "il castano sembra più familiare e meno aggressivo", l'emergente professionista ha poi argomentato la scelta di cambiamento estetico aggiungendo che la sua intenzione di preferire un look maschile sia effettivamente proficua per tenersi al riparo da qualsiasi possibile avance sessuale.

"Le bionde sono più abbordate al bar ma meno credibili. Voglio essere vista come una donna d’affari, non un oggetto sessuale, anche se il problema delle molestie esiste" ha detto ancora Eileen, il cui desiderio resta quello di trovarsi solo a proprio agio al lavoro, senza cedere a stereotipi. 

Stereotipi che, tuttavia, un'idea simile pare proprio contribuire a radicare, avvalorando la stanzialità della demonizzata concezione fallocrate, nella quale così ragionando ci si casca con tutte le scarpe, tacco 12 o mocassini che siano. 

Possibile che nel 2017 basti il colore dei capelli, uno stiletto, una lente sul naso per dettare la competenza, la professionalità, la preparazione di una donna? Sì, dunque, se a pensarla così sono in primo luogo le donne, amaramente convinte che una qualche forma di mascolinizzazione o di semplice appiattimento del look, sia utile e - ahinoi - necessario per ottenere quanto spetterebbe loro semplicemente perché brave, come e forse anche più di un uomo in giacca e cravatta. 
 

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