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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Ellen Sheidlin, l'artista russa avvolta nel filo spinato contro la guerra

Su Instagram, dove è seguita da oltre 4milioni di follower, Ellen sta condividendo le opere con le quali esprime la sua posizione contro la guerra e Putin

Imprigionata in una ragnatela di filo spinato con indosso solo una candida sottoveste, le ferite ben visibili sulla pelle, il dolore - ma non quello fisico - impresso negli occhi che guardano su, verso il cielo. Poi ancora, distesa su fiori celesti e celestiali, con solo delle foglie che le coprono i seni e il triangolo della vita. A guardarla Ellen Sheidlin ricorda, in questa opera, il Cristo in croce. E infine immersa per metà in mare, con una lunga treccia con sopra appollaiati dei pappagalli e con la mano destra alzata proprio come veniva raffigurato Dio in un gesto di benedizione. Un mix tra una principessa Disney e una figura sacra.

Sheidlin è un'artista russa che su Instagram è seguita da più di 4milioni di follower e che per circa un anno ha vissuto in Italia, a Firenze. Tra le tre opere, visibili sul suo profilo social, quella che colpisce di più è la prima dov'è imprigionata nel filo spinato, la trasposizione in arte dei suoi sentimenti e della sofferenza che prova per la guerra in Ucraina.

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Il filo le martoria la pelle, proprio come le notizie delle bombe e delle vittime hanno fatto con la sua anima. Al momento si trova in Sri Lanka ed è lì che l'opera ha preso forma e vita. "Siamo tutti caduti nella rete informativa della violenza e della paura, e qualsiasi azione o movimento provoca un dolore ancora maggiore. Siamo stati schiacciati dal filo spinato della responsabilità di gruppo per i crimini degli altri, è in nostro potere resistere con le nostre voci che sembrano fiori contro la guerra. Ci hanno rubato il futuro, hanno cancellato lo sviluppo dei nostri bei paesi e dei loro bei cittadini per molti anni a venire... non hanno perdono, non hanno scuse", questa la didascalia che accompagna le foto. 

L'artista mette da sempre al centro delle sue opere il suo corpo, ma questa volta era essenziale per lei focalizzare l'attenzione sul dolore, aveva l'esigenza di "compiere un qualche tipo di azione", aveva il "bisogno di esprimere la sua posizione". A Today, Sheidlin ha raccontato com'è nata l'opera.

Il racconto di Ellen Sheidlin 

"Il giorno in cui Vladimir Putin alle cinque del mattino ha rilasciato una dichiarazione sull'invio di soldati in Ucraina, con mio marito ho seguito il suo intervento in diretta. In quel momento mi sono sentita soffocare, mi mancava l'aria, un dolore interno mi opprimeva e sono andata nel panico. I momenti che seguivano le informazioni sull'avanzata delle truppe e le perdite militari mi affliggevano sempre più a fondo", ha spiegato l'artista. "Dentro il filo ho cercato di far convergere queste sensazioni, ma il dolore fisico non era così terribile, compiere un qualche tipo di azione mi faceva sentire meglio e avevo bisogno di esprimere la mia posizione il prima possibile. Il filo ha tagliato il mio corpo e le notizie la mia anima, in un tragico equilibrio".

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Le parole poi si fanno sempre più dure contro la Russia: "Non posso più vivere in questo Paese, questa è per noi la tragedia più grande del XXI secolo ed è probabilmente un evento che ha cambiato la mia vita per sempre".

"Noi, gli artisti della Russia, siamo solidali con il popolo ucraino e ci opponiamo alle azioni criminali del presidente e del governo del mio paese. Mi dispiace che tutti noi con passaporto russo e ucraino, nostro malgrado, siamo finiti in questo vortice infinito di orrore, violenza e paura", ha concluso Sheidlin.

Il messaggio di pace nelle opere di Ellen Sheidlin 

Per la giornata dell'8 marzo Ellen ha condiviso l'opera che la ritrae in una sorta di battesimo, la mano destra alzata proprio come veniva raffigurato Dio, nell'arte cristiana, in un gesto di benedizione e con una lunga treccia sulla quale sono appollaiati dei pappagallini. Qui la didascalia non ha bisogno di grandi spiegazioni: "Women and Love can heal this war-torn world.
Women's Day - March 8th for Rights, Equality and Peace" ovvero "Le donne e l'amore possono guarire questo mondo dilaniato dalla guerra. Festa della donna - 8 marzo per i diritti, l'uguaglianza e la pace".

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"Il mio strumento di espressione è l'arte e attraverso di essa continuerò ad esternare la mia posizione, che sta proprio dalla parte degli innocenti abitanti costretti a lasciare le loro case, rannicchiati nei rifugi e morenti sotto i proiettili e le pallottole di questo inglorioso tritacarne chiamato 'operazione speciale'", spiega su Instagram Ellen. 

I suoi sentimenti non trovano la giusta espressione nelle parole e così, ancora una volta, Sheidlin usa il suo corpo e si distende sui fiori celesti che hanno la forma di un volatile, o meglio di una colomba, simbolo di pace, perché "L'unica cosa importante rimasta è una richiesta di pace" che riesca a mettere un punto "a questa follia".

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