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Giovedì, 25 Aprile 2024
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E' morta Stefanina Malu: era la detenuta più anziana d'Italia

All'età di 83 anni è deceduta all'ospedale San Giovanni di Dio a Cagliari la donna soprannominata "Nonna Galera", un vero e proprio boss che spacciava droga per mantenere i suoi 8 figli

Stefanina Malu, la reclusa più anziana d'Italia, si è spenta all'età di 83 anni presso l'ospedale San Giovanni di Dio a Cagliari. Aveva da poco lasciato il carcere di Cagliari-Uta date le sue gravi condizioni di salute ma, dopo aver ottenuto i domicilari, colei che era chiamata dagli altri detenuti "Nonna galera", è venuta a mancare. "Ho spacciato per mantenere 8 figli. Non voglio morire in cella" - aveva dichiarato lo scorso maggio in un’intervista pubblicata da La Stampa.

Ad annuciare la sua morte è stata Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione “Socialismo Diritti Riforme" che ha appreso la notizia dalla figlia Angela: "Stefanina Malu era ricoverata nell'ospedale cagliaritano fino a otto giorni orsono. Il miglioramento delle condizioni avevano consentito alla reclusa di tornare a casa. Improvvisamente, però, la situazione è precipitata e nonostante l'impegno del personale sanitario l'anziana donna non ce l'ha fatta". 

Il suo è un curriculum ricco e il carcere, a quanto pare, è stata la sua seconda casa: tutto ebbe inizio nel 1962 ma, a quanto pare, la droga è stata una costante nella sua vita, un "lavoro" a cui si è avvicinata al fine di mantenere i suoi 8 figli di cui quattro, tossicodipendenti, sono morti. 

La donna, considerata un vero un vero boss, controllava lo spaccio della cocaina nel quartiere cagliaritano di Is Mirrionis motivo per cui ha passato quasi 30 anni in carcere alternando lunghi periodi di semilibertà, arresti domiciliari ma anche qualche anno di vera e propria libertà: "La droga è una cosa brutta, lo so, anzi l’ho sempre saputo. Per me era un lavoro, l’unico lavoro, perché nel quartiere non ce n’era altro. Solo così potevamo vivere dignitosamente. Ho venduto di tutto, mai roba sporca. Non ho morti sulla coscienza. Ho fatto il lavoro sbagliato, però ho pagato per tutti. Ogni volta la polizia e i carabinieri hanno accusato me: mi sono presa tante condanne, ma non ero l’unica che vendeva droga in città. Adesso non ce la faccio più a stare dentro il carcere: la cella per me è diventata un inferno" - aveva raccontato in un'intervista rilasciata all'Unione Sarda.


 

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