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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Delitto Saman, dove sono le zoccole femministe di sinistra?". Bufera sulla presidente pari opportunità di Arezzo, lei si dimette

Il riferimento è alla ragazza di origine pakistana residente a Novellara (Reggio Emilia), che è scomparsa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato

"Mi sono dimessa dalla commissione Pari Opportunità, sono uno spirito libero e l'uso di una terminologia soft non è nelle mie corde. Ho usato parole incompatibili con un incarico istituzionale". Così Rossella Angiolini, presidente della commissione Pari Opportunità della Provincia di Arezzo, avvocato e candidata sindaca di Arezzo nel 2006 per il centrodestra, annuncia le proprie dimissioni dopo le polemiche nate a seguito del suo post facebook, in cui aveva scritto: "Delitto di Saman, ma quelle zoccole femministe di sinistra dove sono?".

"La presidente della Provincia Silvia Chiassai non ha chiesto le mie dimissioni, sono io che ho insistito - ha precisato Angiolini- Non volevo metterla in difficoltà. Era giusto e corretto fare così, lei era dispiaciuta della mia scelta". Anche se poi in un post di questa mattina, la presidente della Provincia e sindaca di Montevarchi ha scritto: "Le ho chiesto io, responsabilmente, di dare le dimissioni dal ruolo che occupa".

Il post facebook sulle "zoccole femministe di sinistra"

Tutto è nato da una pubblicazione sul proprio profilo facebook di un giorno e mezzo fa. Angiolini richiamava nel post la tragedia di Saman, la ragazza di origine pakistana e residente a Novellara (Reggio Emilia), che è scomparsa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato. Gli inquirenti sospettano che siano stati parenti a ucciderla, proprio per aver rifiutato le nozze imposte. Secondo Angiolini si sarebbero viste poche prese di posizione sul caso nell'alveo politico di sinistra e per lamentarsi della cosa ha usato parole sessiste: "Ma quelle zoccole di femministe di sinistra dove sono?". Ne è nata una bufera social che ha raccolto adesione da parte di più esponenti politici. 

Stamani, infine, è arrivato il passo indietro di Angiolini. "Le dirò che io sono molto dispiaciuta di essermi fatta prendere dalla rabbia - ha detto a Massimo Pucci su Radio Effe - chiedo scusa a tutte le donne che si sono sentite offese, è montata la rabbia per un omicidio per cui non ho visto alcuna manifestazione, rispetto a quelle per il Ddl Zan o quelle fatte in ginocchio nei mesi scorsi". Il riferimento è alle manifestazioni a seguito della morte di George Floyd in America. "La stampa ha avuto una grande attenzione, ma non chiedo scusa alle femministe di sinistra. Per Saman ci sono state prese di posizione molto fredde e molto contenute a sinistra. Sollevazione popolare non c'è stata".

La presidente della provincia: "Ho chiesto ad Angiolini di dare le dimissioni"

Questa mattina, poi, è arrivato un lungo post facebook di Silvia Chiassai Martini sull'episodio, pubblicato sul suo profilo istituzionale di sindaco di Montevarchi. E ha parlato in qualità di presidente della Provincia spiegando che "il comportamento" di Rossella Angiolini nella circostanza è "inaccettabile ed è per questo motivo che le ho chiesto responsabilmente di dare le dimissioni dal ruolo che occupa".

Si tratta però della conclusione di un lungo intervento, che dedica poche righe alla questione del linguaggio sessista, per concentrarsi sul delitto Saman, ribadendo, in sostanza, quanto detto da Angiolini, con altre parole. "Non ho sentito nessuno in questi giorni indignarsi per Saman, una ragazza 18enne pakistana sparita nel nulla da oltre un mese, sulla cui scomparsa gli inquirenti sono ormai certi che si tratti di omicidio premeditato. Una giovane donna, vittima della sua famiglia, dell'integralismo, della assenza di libertà, di matrimoni combinati. Una vicenda raccapricciante di una ragazza sola contro una cultura che considera le donne come merce di scambio senza dignità. Una cultura che può arrivare perfino ad uccidere se non si rispettano quelle regole, con l'incapacità di integrarsi. Il silenzio su questa vicenda da parte della politica è stato evidente perché non possono esserci casi dove indignarsi e altri dove indignarsi di meno per non dare 'ragione' a chi sostiene la necessità di condannare e di non tollerare 'culture' della violenza".

E poi la chiosa: "Su Rossella Angiolini - ha concluso Chiassai - il linguaggio da lei utilizzato è inaccettabile, ma non ho sentito nessuno di quelli che oggi pubblicamente si indignano, indignarsi per Saman che resta una vittima. Non ci si può indignare ad orologeria. Su le offese a Giorgia Meloni la politica non si è espressa a sostegno, anzi, oggi invece vedo attivarsi e tornare a parlare contro Angiolini, il cui comportamento resta inaccettabile ed è per questo motivo che le ho chiesto responsabilmente di dare le dimissioni dal ruolo che occupa".

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