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Sabato, 20 Aprile 2024
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“Non tutte le persone con il ciclo sono donne”: polemica dopo un tweet di Tampax

Un tweet “inclusivo” dell’azienda produttrice di assorbenti interni sta suscitando un dibattito tra chi si è sentito rappresentato e chi invece non ha apprezzato questa celebrazione della diversità

Il ciclo mestruale è ancora un tabù, circondato da un alone di pregiudizio e scarsa conoscenza della “materia”. Da tempo diversi brand portano avanti campagne sul tema, per “normalizzare” l’argomento e sensibilizzare su vari aspetti connessi con le mestruazioni. Non è sempre facile.

L’account twitter di Tampax, produttrice di assorbenti internet del gruppo Procter&Gamble, ha scritto qualche giorno fa un tweet inclusivo per celebrare “la diversità delle persone che hanno il ciclo”, scrivendo: “Fatto: non tutte le donne hanno il ciclo. Un altro fatto: non tutte le persone che hanno il ciclo sono donne”. Il tweet è accompagnato da tre hashtag: #mythbusting, #periodtruths e #transisbeautiful, letteralmente: 'sfatiamo un mito', 'la verità sul ciclo' e 'trans è bello'.

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Un messaggio che ha suscitato reazioni contrapposte, perché se da un lato c’è chi ha approvato il messaggio di inclusività del tweet, dall’altro c’è anche invece non ha apprezzato il riferimento alle persone transgender e ha accusato Tampax di voler “eliminare” le donne, invitando a boicottare i prodotti dell’azienda. 

In risposta alle polemiche, un portavoce di Tampax ha spiegato: “Tampax è stata fondata da un’imprenditrice donna più di 80 anni fa, da allora supportiamo e proteggiamo le donne, e questo non cambierà mai. Allo stesso tempo, ci impegnamo per la diversità e l’inclusione, in un percorso continuo per capire i bisogni delle persone che usano i nostri prodotti”. La nota prosegue: “Sfortunatamente, il ciclo è ancora un argomento tabu per molti, a prescindere dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, ed è di fondamentale importanza che tutti provino un senso di appartenenza  e che possano essere se stessi quando hanno parlano di queste cose e acquistano o usano prodotti per il ciclo. Insieme, possiamo contribuire a creare un mondo libero da pregiudizi”. 

Il dibattito è molto accesso in questi giorni sui media anglosassoni, che riportano le opinioni e i tweet sia di semplici consumatori come anche di personaggi noti ed esponenti conservatori. 

Il caso Lines

Qualche mese fa anche in Italia si parlò di un caso simile, con annesse polemiche, per un articolo pubblicato sul sito del brand Lines che parlava di identità di genere e orientamento sessuale e per un commento in risposta a un post comparso sulla pagina Facebook di Lines, nel quale veniva specificato che “l’identità di genere rappresenta la percezione che ciascuno ha di sé come maschio o come femmina. Questa condizione non necessariamente coincide con l’avere o non avere le mestruazioni. Così come ci sono donne che non hanno il ciclo, ci sono uomini che lo hanno anche non sentendosi donne. I nostri prodotti sono per chiunque ne abbia bisogno”. 

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