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Giovedì, 18 Aprile 2024
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"La violenza economica è una forma di controllo: così aiutiamo le donne ad uscirne"

A parlare è Simona Lanzoni, vice presidente di Fondazione Pangea che da anni promuove l’empowerment e l'indipendenza socioeconomica e finanziaria delle donne e che a questa forma di abuso ha dedicato uno sportello ad hoc

Parlare di 8 marzo oggi più che mai significa parlare di emancipazione economico e finanziaria delle donne, molte delle quale assoggettate a un tipo di violenza, quella economica, più subdola ma comunque molto impattante da un punto di vista psicologico. Fondazione Pangea, che da anni promuove l'empowerment e l'indipendenza socioeconomica e finanziaria delle donne in Italia come in Afghanistan e in altre zone del mondo, ha dedicato a questa forma di violenza uno sportello ad hoc, lo sportello contro la violenza economica, appunto, per aiutare a riconoscerla e ad uscire dal loro indebitamento grazie all'aiuto di professioniste.

"In tutta Italia esiste un forte radicamento di stereotipi di genere e i condizionamenti economici, sociali e culturali non favoriscono l'avanzamento dei diritti delle donne e il riconoscimento della violenza, soprattutto se economica. Ecco perché abbiamo sentito l'esigenza di focalizzarci su questa forma di violenza, perché la questione economica e lavorativa è centrale per le donne, sia per quelle che vivono violenza che per tutte le altre", afferma Simona Lanzoni, vice presidente di Fondazione Pangea Onlus.

Cos'è la violenza economica

"La violenza economica è una forma di controllo e assoggettamento esercitata dal maltrattante attraverso la privazione dei soldi e delle risorse finanziarie, per togliere alle donne della loro autonomia ed ostacolarle nella costruzione di progetti di vita indipendenti da quelli del partner", spiega Simona Lanzoni ricordando anche il riconoscimento di questo tipo di abuso da parte della Convenzione di Istanbul che lo considera come una vera e propria forma di coercizione delle donne di ogni età e di ogni ceto sociale. Le conseguenze sono l'indebitamento, la mancanza di liquidità, la costrizione dei consumi, sino agli stenti. "La violenza economica è dunque una forma di violenza subdola perché non è sempre facilmente riconoscibile da chi la vive e non porta segni evidenti sul corpo ma lentamente logora le donne, rendendole dipendenti economicamente e psicologicamente. Come può una donna senza soldi e senza lavoro andare via di casa?", osserva ancora Lanzoni.

Gli auti 

Per far fronte a questa situazione, Pangea offre alle donne diversi percorsi per diventare economicamente indipendenti. In primo luogo, attraverso le case di semiautonomia, ovvero delle strutture abitative che rappresentano una fase intermedia tra la casa rifugio e la totale autonomia. In queste case le donne e, se ci sono, i loro figli, possono vivere per un periodo di tempo quando escono dal percorso di protezione ma non hanno ancora le risorse economiche sufficienti per pagarsi un affitto. Pangea così facendo le accompagna verso l'autonomia abitativa ed economica facilitando così l'uscita dalla casa rifugio e dando loro il tempo di cercarsi casa e lavoro.

C'è anche il corso "Giovani Donne Che Impresa!" per affiancarle nello sviluppo della propria idea imprenditoriale, rivolto a tutte coloro che hanno voglia di rimettersi in gioco, investendo sulle loro competenze finora non valorizzate. Inoltre, Pangea sostiene le donne anche nel cercare lavoro o nel formarsi dal punto di vista professionale analizzando i loro percorsi lavorativi passati e le loro competenze per costruire un curriculum vitae al fine di incrociare la domanda di lavoro con l'offerta che mettono a disposizione le diverse aziende. 

"L'autonomia economica riparte da sé stesse ed è una grande soddisfazione vederle rinascere" afferma Lanzoni: "Sarà difficile conseguire risultati soddisfacenti in termini di uguaglianza di genere finché il tema dell'autonomia economico-finanziaria, dell'occupazione femminile della violenza maschile non riguarderà alla pari uomini e donne. Ma soprattutto non saremo mai libere in Italia come in altre zone del mondo sino a quando non saremo uguali anche nella società in cui viviamo".

Come riconoscere la violenza economica

La violenza economica è particolarmente difficile da riconoscere e da denunciare perché viene giustificata da consuetudini e stereotipi di genere. Come si riconosce?

L'impedimento alla ricerca o al mantenimento del lavoro, la privazione o il controllo del salario e delle spese personali, gli impegni economici della donna a favore del maltrattante, la cessione delle proprie proprietà e risparmi, il lavoro informale all'interno delle aziende familiari senza alcuna tutela o riconoscimento, il mancato mantenimento dei figli dopo la separazione. La violenza economica impedisce alle donne di essere libere, autonome e indipendenti. Le ostacola nella gestione della propria vita, delle proprie scelte, rendendole dipendenti economicamente e psicologicamente. Ma soprattutto impedisce loro di andare via di casa.

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