Scegliere il costume da bagno è cosa seria, roba da donne.
Perché ad un uomo non è dato sapere a quali angosce, a quanti tormenti, a che sorta di accuse è sottoposto il corpo pallido e nudo di una donna nel tribunale auto inquisitorio di un camerino, lo stesso che riflette nello specchio illuminato da impietose luci perpendicolari la realtà di un’immagine che, di norma, non è mai quella che si vorrebbe e resta sempre lontana da una perfezione fantastica. 

E no che non lo sa: lui al massimo l’aspetta al varco della spiaggia per giudicare il risultato di quella che è una scelta meditata, il frutto ambito di un esito strategico che ha bilanciato il desiderio narciso di assecondare lo stile balneare del momento con la necessità di mascherare il difettuccio estetico insolente. 

Questi, dunque, i pensieri più comuni che, scevri dal conoscere il ‘backstage’ dell’esposizione, aleggiano nella mente del maschio medio alla visione di un fisico (s)vestito dal succinto indumento e declinato in un determinato modello o fantasia cromatica. 

- COSTUME INTERO. Se la nudità è di per sé attraente, una maliziosa decenza lo è ancor di più, soprattutto quando una folla di seni, natiche e ventri sono alla mercé di sguardi e sospiri. Una donna che nasconde ciò che le altre esibiscono è sempre centro nevralgico di attenzioni, forse anche più insinuanti di quelle scaturite dall’ostentazione di generose superfici. Lady che sa ‘il fatto suo’.

- COSTUME BIANCO. Tessuto latteo + carnagione ambrata = ‘friccicorio’ rosso di passione. È lei una donna apparentemente ‘perfettina’ che, per quel confine tra pallore e abbronzatura così sapientemente esibito, potrebbe apparire non sdegnosa di nuove conoscenze. Venere malandrina. 

- COSTUME SCOORDINATO. Un top e uno slip in contrasto fa breccia in coloro che, attenti al dettaglio abilmente indossato, considerano la tipa una che non bada agli standard preconfezionati e fa di testa sua, forte di una verosimile distinta personalità. Le probabilità di successo dell’adescamento sono pari a quelle di una disfatta, tutto sta nel trovare la tattica giusta per avvicinarla, che mai dev’essere banale. Sirenetta emancipata.

- TRIKINI, RETI DA PESCA, TACCHI sono come paletti catarifrangenti che, anziché indicare la carreggiata di una strada, accecano affinché gli si sbatta addosso. L’obiettivo di attirare l’attenzione è palese almeno quanto l’ipotesi che presentarsi a cotanta abbondanza possa portare a piacevoli risultati. Lupa di mare. 

- ACCESSORI GRIFFATI. Dal bikini alla borsa, dal telo di spugna all’occhiale da sole, la ‘fashionista’ che anche al mare sponsorizza gratuitamente la mercanzia di marchi celebri e costosissimi è la classica ‘snob con la puzza sotto al naso’. Pochi corteggiatori attivi, molti sguardi esaminatori per colei che riceverà qualche riguardo solo da parte del 'kamikaze' seguace della filosofia del ‘tentar non nuoce’ che, dopo il probabile due di picche, abbandona il campo con la rosicona attestazione  ‘ogni lasciata è persa’. Appetibile ‘figlia di papà’.