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Martedì, 19 Marzo 2024
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Chiara Ferragni spiegata bene a chi non sa perché è famosa

La domanda sulla natura del successo della 33enne di Cremona da 21,5 milioni di discepoli social aleggia tra gli scettici che non sanno darsi una risposta. Abbiamo provato noi a fornire qualche spiegazione al ‘prodigio ferragniano’

Perché Chiara Ferragni è famosa? Cos’ha fatto di così tanto memorabile? Qual è il suo talento? Le domande sulla natura del successo di questa 33enne da 21,5 milioni di discepoli social aleggiano tra gli scettici che non sanno darsi una risposta. A poco è servito affiancare il suo nome al termine “fenomeno” nel titolo dell’evento di Rai2 che ha ripercorso la genesi della fama con la velleità di spiegarla: il docu-film ‘Unposted’ e l’intervista di Simona Ventura trasmessi sulla tv pubblica hanno sortito l’effetto di estendere i dubbi a chi, poco avvezzo a social network, follower e like, magari quella “bella bionda” l’aveva notata nello spot di uno shampoo o sulla copertina di una rivista di moda senza farsi tante questioni. Davanti all’esaltazione di un personaggio nato in rete e portato in scena in prima serata, chi non si capacitava della fama di Chiara Ferragni tale era e tale è rimasto, diffidente rispetto all’effettivo valore di una rinomanza solo all’apparenza senza evoluzione né storia.

Ma per soddisfare gli interrogativi che rendono perplessi i curiosi è indispensabile partire da un presupposto: finché si continuerà a ricercarle nelle logiche di una prassi che scandisce nell’iter ‘scuola-laurea-master-lavoro’ i passi della tanto lodata gavetta, risposte esaustive ai motivi che hanno posto Chiara Ferragni sul pinnacolo della popolarità non arriveranno mai. E nemmeno se si continuerà a guardare ai social network come luogo-non luogo dove la massima aspirazione è cazzeggiare si coglierà il senso del ‘prodigio ferragniano’.

Per comprendere davvero perché Chiara Ferragni è famosa, insomma, tocca azzerare gli schemi precostituiti, mettere in discussione vecchie teorie e adattare ai tempi attuali i criteri da sempre considerati utili alla notorietà: oggi, per ‘sfondare’, la bellezza fisica serve, ma fino a un certo punto; le buone condizioni economiche della famiglia di origine servono, ma pure quelle fino a un certo punto, perché poi bisogna andare a capo e iniziare a dimostrare di essere altro. Ed è da lì che Chiara è partita e, senza capire cosa avrebbe combinato, è diventata pian piano ChiaraFerragni.

Perché Chiara Ferragni è famosa? I passi del successo

Attualmente Chiara Ferragni ricopre il ruolo di amministratore delegato e presidente delle aziende ‘TBS CREW Srl’ e ‘Chiara Ferragni Collection’. Nel mondo sono 11 le attività commerciali che portano il suo nome, valutate qualcosa come 40 milioni di euro. Secondo Forbes, è lei la più potente fashion influencer al mondo. Questo oggi, nel 2020. Ma come ha fatto la giovanissima figlia di un dentista e della ex vicedirettrice di uno showroom di Blumarine a scalare la cima dell’imprenditoria mondiale in un lasso di tempo così breve?

Ufficialmente la carriera dell’imprenditrice digitale è partita nel 2009 con l’apertura di un blog, The Blonde Salad, dedicato ai suoi look e ai viaggi in giro per il mondo. Le sue ambizioni, però, erano dirompenti già da prima, da quando, ancora ragazzina, iniziò a posare per se stessa con uno dei primi modelli di macchinetta fotografica digitale ottenuta con i punti del supermercato Esselunga. Allora i selfie si chiamavano ancora autoscatti e il loro potenziale era ignoto a tutti. A tutti tranne a lei.

"Volevo farmi vedere online e fare cose diverse dagli altri", ha raccontato Chiara ricordando insieme a Simona Ventura i suoi 15 anni e i primi approcci con la Rete che iniziava ad esercitare su di lei la stessa attrazione che con il tempo le avrebbe ricambiato. Dichiarazioni da cui emerge quanto la sua ancestrale tendenza alla ricerca di attenzioni, unita alla magnifica sicurezza di sé instillatale dai genitori, siano state le micce per una popolarità deflagrante, nata e cresciuta parallelamente a quella comunicativa dei social network.

Ecco, allora, il primo motivo del successo: Chiara Ferragni è riuscita a credere in se stessa in un contesto sociale dominato dal rispecchiamento nell’altro quale fonte di fiducia personale. "Vi ricorderete il mio nome" giurò a quanti scommettevano sulla caducità della sua affermazione con un’intensità che è raro riscontrare quando si è poco più di un’adolescente e basta una folata di vento per far crollare i primi mattoncini di un castello di progetti. Lei, invece, caparbia, ha promesso e mantenuto la parola a chi le pronosticava il dimenticatoio, attirando gli ammiratori che sempre più in massa la seguono adoranti come un esempio da replicare, ma anche gli odiatori assaliti dall’invidia, dalla rabbia, dalla cattiveria per un successo che non conosce declino.

Chiara Ferragni, l’anti-modella 

C’è poi un altro aspetto da considerare riguardo al ‘fenomeno Ferragni’: l’aver contribuito allo scardinamento del prototipo della donna che, quando si tratta di moda, si limita a posare davanti a un obiettivo fotografico, a sfilare su una passerella e a tacere. In effetti, basterebbe riflettere sulla circostanza che mai nessuno si sia chiesto come mai le varie Claudia Schiffer, Naomi Campbell, Cindy Crawford siano diventate famose semplicemente apparendo. A nessuno è mai venuto in mente di intavolare discussioni sull’opportunità di pagare a peso d’oro le loro falcate solo perché belle da morire. Perché? Perché fare la modella è un lavoro (ri)conosciuto da decenni, confinato nella rassicurante definizione che ne circoscrive le competenze al più deprimente dei "sii bella e stai zitta", per dirla con il titolo di un libro di Michela Marzano. Prodotti di una cultura che ha posto la femminilità nel sottovuoto di un’apparenza muta, le donne nel fashion system dei decenni scorsi questo sono state: meravigliose e silenti, regole di un contesto che ammetteva eccezioni solo quando un flirt, un tradimento, una storia di droga (leggi alla voce Kate Moss) stuzzicava la cronaca rigorosamente rosa che le ergeva a controverse protagoniste.

Chiara Ferragni, invece, è arrivata a domarlo quel sistema. Senza essere una stilista alla guida di un’azienda di famiglia, senza possedere le competenze manageriali ottenute dopo un corso di laurea e un master, senza contenersi nella posa bidimensionale di un cartonato come qualsiasi altra testimonial di brand, Chiara Ferragni si è imposta, ha detto la sua, riuscendo a riformulare la compagine dei ruoli e dare vita a una professione che fa del dinamismo la base necessaria per influenzare l'opinione e il comportamento d'acquisto di una fetta di pubblico. Non più soggetto passivo delle strategie commerciali, dunque, ma attrice principale di una scena calcata con la grinta di chi sa di valere, altro che muta.

I pro e i contro del ‘fenomeno Ferragni’

La fama di Chiara Ferragni è nei numeri. In quelli del suo fatturato, come nei 5 milioni di euro raccolti in pochi giorni per costruire un nuovo reparto di terapia intensiva all'ospedale San Raffaele di Milano nel pieno dell’emergenza sanitaria e nell’incremento del 27% dei visitatori giovani che gli Uffizi di Firenze hanno registrato nel weekend successivo alle sue stories Instagram. Ma ci sono anche dei ‘limiti’, per così dire, nel fenomeno Ferragni, riscontrabili nell’utilizzo dei social quale costante e frequentissimo mezzo di comunicazione di una quotidianità che si confonde tra reality e realtà. Dal suo account Instagram, infatti, aggiornato di continuo con selfie davanti allo specchio, foto che mostrano i famigliari indossare capi logati dal marchio CF, scatti amorevoli del piccolo Leone e del marito Fedez, è quasi impossibile capire dove finisca la vita privata e inizi quella pubblica, quando ricopre il ruolo di imprenditrice digitale e quello di mamma, moglie, sorella, figlia. Il rischio del garbuglio è di stordire l’utente, soprattutto quello più giovane e meno strutturato ancora digiuno di un’esperienza utile a fargli comprendere l’importanza di porsi dei limiti nella condivisione, strumento potentissimo che però bisogna imparare ad utilizzare per non esserne sopraffatti. Chiara Ferragni ha trovato la sua strada, gli altri ne traggano esempio con la giusta misura.

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Me and my babies (one on my lap and one in my belly) ❤️

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