Finite le ferie, il ritorno in città e il richiamo al dovere sono un trauma per ogni comune mortale. Il duro colpo però potrebbe avere delle ripercussioni anche a livello sentimentale tanto che, a quanto pare, il maggior numero di richieste di divorzio si concentra, almeno negli Usa, proprio in questo periodo dell'anno nonchè a marzo, ovvero una volta finite le feste comandate e le vacanze considerate sacre per i rapporti familiari.

A rivelarlo è stata una ricerca condotta da Julie Brines, docente di Sociologia, insieme a Brian Serafini che, esaminando le richieste di separazione e divorzio che sono giunte nello stato di Washington, tra il 2001 e il 2015, hanno presentato le loro conclusioni al Congresso annuale dell’American Sociological Association tenutosi a Seattle. 

Secondo la Brines, infatti, quando le coppie vivono una fase di difficoltà nel rapporto a due puntano molto sulla carta della vacanza per tentare di ridare verve ad una liaison amorosa che stenta a funzionare: c'è da dire però che, se in spiaggia, in montagna o al lago si grida al miracolo ergo alla riappacificazione, il ritorno a casa può rivelarsi di tutt'altra natura ergo drammatico e, messi ko da momenti di intenso stress emotivo ed organizzativo, si tende a lasciare il partner.

La scelta del periodo dunque non sarebbe casuale: la professoressa sostiene infatti: "Rappresentano periodi dell'anno in cui c'è la possibilità di un nuovo inizio, una transizione verso una nuova fase. E' come un ciclo di ottimismo". Non si tratta però solo di una questione psicologica ma anche pratica visto e considerato che bisogna tenere conto della precaria situazione finanziaria, l'inizio della scuola dei figli e, ovviamente, della ricerca di un avvocato.