Quelle che vanno dal chirurgo estetico con una foto Instagram: "Dottore, voglio diventare così"
Quanto i social network inducono le giovani utenti a pensare di modificare parti del viso e del corpo? E quali sono le richieste più frequenti? Ne parliamo con Erik Geiger, medico specialista in chirurgia plastica e medicina estetica
"Le donne con una tendenza all’uso problematico di Instagram sono più propense a prendere in considerazione trattamenti di chirurgia estetica": questa è una delle conclusioni a cui i ricercatori dell’Università del Surrey e dell’Ateneo di Padova sono giunti dopo aver osservato le reazioni alle immagini sessualizzate e ai relativi commenti pubblicati sul popolare social network da parte un gruppo di giovani partecipanti. L’uso compulsivo e incontrollato di Instagram - sostengono ancora gli esperti - può accentuare i vissuti negativi del proprio corpo e indurre le persone tendenti all’uso compulsivo del social a pensare di rivolgersi a un chirurgo estetico.
Più ci si confronta con certi tipi di fisicità virtuale, dunque, più sale la tendenza di considerare come difetti le caratteristiche peculiari del proprio corpo; più ci si lascia affascinare dall’idea di poter somigliare ai modelli proposti dai social, più si incrementa la propensione di rivolgersi a uno specialista capace di "migliorare" il proprio aspetto fisico. Di un meccanismo che si prospetta come una sorta di circolo vizioso in cui la realtà insegue l’apparenza senza mai raggiungerla, abbiamo parlato con Erik Geiger, medico specialista in chirurgia plastica e medicina estetica, che ci ha raccontato la sua esperienza in merito, confermando tesi e aggiungendone delle nuove.
Instagram può far male: così il social network attenta alla salute mentale delle ragazze
Dottor Geiger, lei ha riscontrato un aumento delle richieste di pari passo alla diffusione nella quotidianità dei social network e di Instagram, in particolare?
"Certamente i social, Instagram soprattutto, hanno aumentato molto la richiesta di trattamenti, sia in termini di chirurgia che di medicina estetica. Oggi le donne più giovani, attraverso la pubblicazione di selfie e di foto in generale, si soffermano su inestetismi di viso e corpo che percepiscono come veri e propri difetti, perché sono e siamo tutti bombardati da stereotipi che tendono a un’idea di perfezione che poi non esiste. Mentre noi da ragazzi potevamo accedere alle foto dei cosiddetti vip solo ogni tanto, magari attraverso giornali sfogliati di rado, oggi è un continuo, incessante mostrare e vedere"
Si inizia a parlare molto di dismorfofobia, infatti...
"Sì, patologia legata ad un errata percezione di se stessi induce a non essere mai soddisfatti del proprio corpo. Piccolissimi inestetismi sono vissuti come giganteschi difetti. Casi del genere ci sono e ne vedo tanti. Il problema, a quel punto, è anche del chirurgo, perché in quel caso la paziente non sarà mai soddisfatta. Per quello è importante la prima visita, per capire come si vede la paziente in quel momento e come si immagina dopo il possibile intervento: da lì si capisce lo stato mentale della paziente"
Quali sono le richieste più frequenti che le vengono esposte? C’è un modello di ‘bellezza’ di riferimento?
"Un tempo sì, le richieste puntavano per esempio ad avere il seno o le labbra come la star del momento. Oggi, invece, le ragazze arrivano da me con una loro foto già modificata da un filtro social e la mostrano come obiettivo da ottenere con la chirurgia"
In pratica, diventano esse stesse, così come ritoccate da un filtro social, il modello, “la modella” a cui ambire grazie all’intervento del chirurgo.
"Esattamente. E la cosa più pericolosa è che dimostrano di tendere a una bellezza che è irreale, che non esiste in natura. Ma poi non è solo la bellezza fisica l’obiettivo che si vuole raggiungere, perché quei personaggi fanno anche una bella vita ed è a quella anche che in un certo senso ambiscono"
Ci sono richieste particolari, parti del corpo che “vanno più di moda” come oggetto di trattamento?
"Le dirò che proprio grazie a Instagram questo accade molto meno di un tempo. A noi specialisti, Instagram ha permesso di mettere in rete un biglietto da visita che espone già il nostro senso estetico. Le pazienti, dunque, già sanno se quel chirurgo è disposto ad aumentare il seno o le labbra oltremisura e, quindi, si rivolgono solo a quelli che dai social scorgono come in linea con la loro stessa visione e disposti a soddisfare ogni richiesta. Il nostro lavoro può essere fatto in due modi: le persone che si rivolgono a noi possono essere considerate pazienti o clienti. Nel primo caso bisogna capire prima di tutto perché una persona vuole sottoporsi a un intervento estetico"
Si rivolgono a lei anche minorenni?
"Da sole non possono neppure entrare nel mio studio, a meno che non siano accompagnate da entrambi i genitori o un team di psicologi ed esperti abbia certificato che vivano un autentico disagio psicologico. L’iter è molto rigido"
Che età media hanno le sue pazienti?
"Dai 18 ai 75 anni. Alle più giovani capita di maturare un certo disagio magari perché è maggiore il confronto diretto con le coetanee (se ci pensa, le occasioni di spogliarsi sono tante, in palestra per esempio), le 30enni, invece, iniziano a rivolgersi a uno specialista semplicemente per accompagnare il processo di invecchiamento con qualche trattamento.
I social, insomma, sono diventati un problema?
"No, perché al di là dei social, è importante l’esempio che queste ragazze hanno in famiglia. Mentre una mamma che non ha mai usato la chirurgia estetica ha la forza di dire di no a una figlia che le chiede di ritoccare una parte del corpo, più difficile è per quella madre già ricorsa lei stessa al chirurgo. Si tende a demonizzare i social che sicuramente avranno la loro colpa, ma il problema è ben più grande".
(Nella foto Erik Geiger, specialista in chirurgia plastica e medicina estetica)