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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Lo shopping fa bene: 5 buoni motivi per attenuare i sensi di colpa

La terapia degli acquisti può essere d'aiuto a chi troppo spesso si contiene e non lascia spazio ai desideri, con un occhio sempre aperto ai campanelli d'allarme che avvertono di un'insana compulsione

Alla fine di una giornata pesante, con il cervello che scoppia di impegni da assolvere e richieste da esaudire, cosa c’è di meglio di un giro tra i negozi alla ricerca di qualcosa che offra un rigenerante sollievo per l’autostima afflitta? “Un gelato, una fetta di torta”, penseranno i golosi propensi a cedere al peccato di gola sicuramente più economico di uno shopping sfrenato che, tuttavia, può comportare benefici tanto inattesi quanto utili per alleviare sensi di colpa tardivi.

Almeno 5 sono gli effetti vantaggiosi che giungono nel corpo e nello spirito di quanti si concedono il tempo di fare acquisti, tutti buoni motivi per tollerare, almeno ogni tanto, l’arresa alla seduzione di vetrine e scaffali e assolversi con un “amen” sprezzante del conto in banca.

Fare shopping cambia l’umore

Uno studio realizzato da un’equipe di psicologi dell’università del Michigan ha confermato che fare shopping riduce gli stati di tristezza e di malinconia. I dati raccolti sui volontari hanno dimostrato come, trascorse circa tre ore, chi aveva fatto acquisti era tre volte più felice rispetto a chi si era limitato ad ammirare la merce esposta. Non a caso negli Stati Uniti si parla addirittura di "retail therapy"  (ovvero, "terapia al dettaglio") per indicare l’abitudine di fare acquisti per migliorare il proprio umore.

Fare shopping migliora l’autostima

Gli stessi ricercatori hanno provato che fare acquisti comporta un aumento quasi immediato dell'autostima, teoria confermata anche da un'indagine condotta su un campione di mille persone dal portale di commercio online Zalando. È emerso, infatti, che l'8% degli italiani si dedica allo shopping quando si sente giù di morale proprio perché l'acquisto determina immediati benefici dal punto di vista psicologico, purché sia effettuato in modo oculato.

Fare shopping aiuta a bruciare calorie

Un gruppo di psicologi americani dell'università dell'Alabama, che ha pubblicato i risultati dello studio sulla rivista Journal of consumer psychology, ha notato come passeggiare per tre ore fra una vetrina e l'altra permette di bruciare in media 350 calorie, che possono arrivare a 500 se si decide di evitare ascensori e scale mobili. Dunque, il risultato è che ogni cliente può consumare, in media, fra le 1400 (un'uscita a settimana di 3 ore) e le 4mila calorie al mese se si fa shopping almeno 3 volte a settimana per 3 ore. Secondo un sondaggio condotto in Gran Bretagna dal quotidiano Daily Mail, le donne possono arrivare a dire addio addirittura a 15mila calorie in 30 giorni. Insomma si alleggerisce sì il portafogli, ma anche il peso sulla bilancia…

Fare shopping favorisce le relazioni sociali

Fare acquisti può essere un valido aiuto contro la solitudine e, quindi, facilitare nuove occasioni di incontri. Sia condiviso con un amico o da soli, lo shopping comporta lo scambio di gusti, opinioni e idee con altri clienti, cassiere, commesse anche se solo per brevi momenti, comunque sufficienti a sentirsi meno soli.

Fare shopping aiuta a fissare degli obiettivi

Pazienza e la tenacia possono essere messe alla prova durante lo shopping, quando non si trova al primo colpo il capo che tanto si desidera. L’attesa e la volontà di cercare ancora, senza lasciarsi prendere dall’impulso di comprare un sostituto dell’oggetto desiderato, aiuta a dare valore al denaro o a valutare l’effettiva utilità di un acquisto.

I consigli per non incorrere nello shopping compulsivo

Alla fine di una rassegna che rallegrerà i patiti dello shopping e invoglierà i più pigri a concedere uno strappo alla regola, è utile sottolineare come pure accorgersi troppo tardi di aver esagerato con le spese possa essere controproducente. Stabilire un budget massimo oltre il quale non eccedere, darsi un tempo limite oltre il quale smettere di girovagare e tornare a casa sono regole da rispettare per permettere ai suddetti benefici di giungere a confortare i consumatori.

Pensare ogni acquisto come assolutamente necessario, provare invidia per le compere altrui, considerare lo shopping l'unico svago possibile, sforare sempre il budget fissato: questi, invece, sono i campanelli di allarme di uno shopping compulsivo che di terapeutico non ha nulla.

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