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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Victoria Beckham fa sfilare modelle troppo magre: è polemica

La ex 'Spice Girl' ormai stilista di moda è stata subissata da una valanga di critiche per aver fatto sfilare sulla passerella della 'New York Fashion Week' ragazze chiaramente sottopeso: "Voglio che le donne si sentano la migliore versione di se stesse" ha dichiarato lei sprezzante dei giudizi

È un binomio che si rincorre da anni quello che associa un qualche pericoloso disturbo alimentare al mondo patinato della moda e per quanto puntualmente si ripeta la manfrina sul "mai più ragazze ossute su passerelle e copertine" e si sciorini la solita giaculatoria di buoni propositi, ad un certo punto torna sempre un episodio che riapre l'argomento 'anoressia & co' come nervo scoperto e malcelato da troppe ossa e poca pelle.

Stavolta a far tornare in auge l'argomento è stata la ex cantante oramai votata al design Victoria Beckham che, dimentica di quanto dichiarato nel 2010 sulla granitica decisione di non far sfilare mai più modelle troppo magre, in occasione della New York Fashion Week ha lasciato che le sue creazioni fossero indossate da uno stuolo di donne emaciate e chiaramente sottopeso, al cospetto di un parterre d'eccezione che vedeva, tra gli altri, il marito David, il figlio 16enne Brooklyn e la direttrice di Vogue America Anna Wintour.

L'ex Spice Girl, soprannominata 'Skeleton Spice' per la sua figura magrissima, si è attirata così le critiche di centinaia tra i suoi 15 milioni di seguaci su Twitter e le polemiche maggiori hanno riguardato la decisione di chiudere l'esibizione con la sfilata della giovanissima Peyton Knight che lavora come modella sin da quando era solo una bambina. La ragazza, 17 anni, ha solo un anno in più rispetto all'età minima raccomandata per la passerella dal Council of Fashion Designers of America, ma lei ha ignorato gli attacchi e ha postato su Instagram una foto della Knight con un ringraziamento per la giovane nella didascalia.

"Un altro spettacolo di scheletri" ha commentato un utente, "Non sembrano affatto in salute", ha scritto qualcun altro, "Perchè non usi scheletri robot per le sfilate e non eviti a queste ragazze la tortura di dover morire di fame per un lavoro?" ha sbottato ancora chi ha notato più la linea smunta delle mannequin che quella colorata degli abiti, evidentemente passati inosservati e poco valorizzati da una fisicità troppo filiforme.

"È una collezione per tutte le forme e per tutte le taglie, lo dico sempre, ma voglio solo che le donne si sentano la migliore versione di se stesse" ha commentato al termine dell'esibizione l'ambiziosa stilista, sprezzante dei giudizi poco lusinghieri di coloro che in fin dei conti sono i potenziali clienti delle sue collezioni e che del suo concetto di "donna migliore" hanno evidentemente tutt'altra idea.

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