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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La vignetta hot su Maria Elena Boschi fa scoppiare la polemica

Il disegno pubblicato sulla rivista dei deputati di Forza Italia 'Il Mattinale' contro il ministro delle Riforme ha scatenato l'indignazione delle parlamentari che l'hanno accusata di sessismo. Pronte le scuse degli autori: "Non volevamo offendere nessuno"

Un'ondata di indignazione si è levata tra le parlamentari del Pd dopo che il Mattinale, considerato l' 'house organ' del capogruppo FI alla camera Renato Brunetta, ha pubblicato la vignetta che raffigura due gambe nude accavallate, con una mano che invita all'approccio e un fumetto che dice: "Chi vuole fare una unione civile con me?".

Il titolo "Boschi: unioni civili con chi ci sta" chiarisce il riferimento al ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e alla sua battaglia a favore delle unioni civili e il disegno, che nelle intenzioni di chi lo ha inserito nella rivista aveva l'obiettivo di "strappare un sorriso", ha ottenuto l'effetto opposto. 

A puntare il dito contro la scelta del testo e dell'immagine sono stati diversi parlamentari, come Silvia Fregolent, vice capogruppo Dem alla Camera ("Trovo davvero molto triste e umiliante che nella dialettica politica si ricorra ad argomenti così infimi e sessisti"), Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato ("Non credo ci sia nulla di divertente in questa immagine: non è satira ed è mancanza di rispetto verso una donna e un ministro... Siamo di fronte all'ennesimo triste episodio di sessismo"), ma anche esponenti di Forza Italia come Stefania Prestigiacomo che, ammettendo una certa volgarità, ha comunque osservato: "Noi abbiamo subito di peggio. Nessuna scusa mai. Dicevano: è la satira bellezza".

La levata di scudi ha indotto gli autori a scusarsi per ben due volte, la prima via twitter ("La vignetta pubblicata non intendeva offendere nessuno. Se così non è stato ci scusiamo"), la seconda con una nota più articolata in cui, oltre alle nuove scuse alla Boschi, il Mattinale si è difeso denunciando una campagna di "scomunica verso un organo che, in solitaria o quasi, suona il controcanto a Renzi e alla sua maggioranza".
 

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