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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

La Corte dei Conti boccia Renzi: "A rischio gli 80 euro"

In un rapporto inviato al Parlamento, i magistrati contabili evidenziano i difetti della Legge di stabilità a partire dalle incertezze legate alla spending review e dal bonus Renzi messo a rischio dall'aumento delle tasse

ROMA - Sono tanti, forse troppi, i punti interrogativi della Legge di stabilità. Almeno secondo i magistrati contabili della Corte dei Conti, che lanciano l'allarme sul bonus di 80 euro: il beneficio messo a punto dal governo Renzi sarebbe a rischio per l'aumento della pressione fiscale. Secondo la Corte dei Conti, infatti, tra clausole di salvaguardia e tagli di spesa previsti dalla legge di stabilità (che si avvia con ogni probabilità a superare l'esame di Bruxelles), “anche l’impulso del bonus può essere vanificato se considerato non non come elemento aggiuntivo permanente del reddito, ma come elemento compensativo di un aumento di pressione fiscale”.

Nel rapporto “Le prospettive della finanza pubblica dopo la legge di stabilità”, inviato ieri al Parlamento, la Corte parte dagli scenari positivi a livello internazionale: il calo del prezzo del petrolio, il Quantitative easing della Bce (cos'è) e la spinta alle esportazioni legata all’indebolimento dell’euro. Tutti elementi che, insieme alla nuova flessibilità Ue, potranno giocare a favore del governo. “Ma tali luci si accompagnano a non marginali ombre”, ammoniscono i giudici contabili. “Se anche per la flessibilità che deriva dai nuovi orientamenti della Commissione si è fatto meno forte e percepibile il pericolo di un inasprimento delle misure assunte, la mancanza di un quadro definito degli assetti che potrà assumere la gestione pubblica contribuisce a generare disorientamento”.

TAGLI ALLA SPESA RINVIATI - “Il ridisegno delle strutture di governo, la ridefinizione di competenze e lo stesso futuro di quote significative degli apparati pubblici, oggetto di numerosi programmi di intervento in questi anni, sono ancora in attesa di una completa attuazione”, ricorda ancora la Corte che torna a mettere nel mirino la “sostenibilità delle prestazioni pubbliche”, che è “soggetta a rilevanti incertezze e differenze territoriali”. A ciò si aggiunga “il timore che da tagli ripetuti di risorse derivino peggioramenti nella qualità dei servizi o aumenti delle imposte destinate al loro finanziamento, con un conseguente peggioramento delle aspettative di famiglie e imprese”. Infine, “non può non destare preoccupazione il continuo rinvio al futuro di ulteriori tagli di spesa al momento sostituiti da clausole di salvaguardia. Gli importi sono di tutto rilievo: raggiungono i 16 miliardi nel 2016, per oltrepassare i 23 miliardi nel 2017. E ciò senza contare che le disposizioni introdotte con la legge di stabilità prevedono un aumento dei “tagli” alla spesa di ulteriori 3 miliardi a partire dal 2016″. A fronte di ciò, “anche l’impulso del bonus può essere vanificato se considerato non come elemento aggiuntivo permanente del reddito, bensì come elemento compensativo di un aumento di pressione fiscale, posposto nel tempo, ma già annunciato. Uguali considerazioni – conclude la Corte – possono essere fatte per la decontribuzione o per la riduzione della base imponibile Irap”.

"ESTENDERE LA PLATEA DEGLI 80 EURO" - In questo quadro, ieri la Cgil ha depositato in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per la riforma del fisco: la misura prevede un’estensione della platea dei beneficiari degli 80 euro del governo Renzi, con l’aggiunta di alcune esenzioni fiscali. “Non possiamo aspettare che l’esecutivo decida di estendere gli ottanta euro, per questo abbiamo preparato questo testo”, commenta il sindacato. 

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