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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Ex Ilva, un mese per la soluzione: ora lo Stato deve metterci la faccia

L'intesa tra commissari e ArcelorMittal pone il 31 gennaio come scadenza della negoziazione. I lavoratori in bilico sono migliaia, ma il premier Conte si è detto fiducioso: "Lavoriamo ad un piano industriale"

La situazione dell'Ex Ilva, che tiene in bilico migliaia di lavoratori, continua a tenere banco anche a Natale. Il braccio di ferro con ArcelorMittal dovrà trovare una soluzione entro il 31 gennaio 2020, come previsto dall'intesa recentemente raggiunta dai commissari e dal gruppo franco-indiano. Un tempo troppo ridotto, secondo i sindacati, per intavolare una trattativa che permetta di salvaguardare i lavoratori e la produzione. A queste condizioni e considerando le festività natalizie, ci sarà soltanto un mese, forse anche meno, per trovare una risoluzione che metta d'accordo tutte le parti in gioco.

Ex Ilva, Conte: "Lavoriamo ad un piano industriale"

Con in gioco il destino di migliaia di famiglie, l'attuale governo non può fare finta di nulla, è arrivato il momento di metterci la faccia, come confermato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: "Stiamo lavorando al piano industriale. Abbiamo ormai confermato che ci sarà il coinvolgimento dello Stato. Lo Stato ci metterà la faccia in questo progetto industriale. Lo vogliamo rendere sempre più decarbonizzato".

Il premier ha parlato con i giornalisti a Taranto, dopo la visita nell'ospedale Santissima Annunziata, dove ha incontrato i parenti dei piccoli ricoverati e gli stessi degenti del reparto di oncoematologia pediatrica, prima di recarsi nello stabilimento siderurgico. "Lo Stato è una garanzia per tutti, anche per il controllo interno allo stabilimento produttivo e una garanzia per le comunità cittadina e nazionale", ha aggiunto.

"Abbiamo già delle misure approvate, altre le stiamo mettendo a punto. Nel complesso sta venendo fuori una bella risposta che offriamo per il rilancio di questa città. Sono molto fiducioso, perché l'Italia è una nazione del G7, è impossibile che l'Italia non riesca a rilanciare una città", ha aggiunto il premier parlando con i giornalisti a proposito del 'cantiere Taranto' (il decreto legge).

"Se il sistema Italia si concentra e decide che è venuta l'ora del riscatto di Taranto, state tranquilli che il riscatto ci sarà. Sono venuto un po' di tempo fa -ha proseguito-. Avevo promesso che il sistema Italia e il governo per primo avrebbe lavorato per restituire a questa comunità quel che merita, quel che non ha avuto nei decenni passati, per cercare anche di alleviare anche le sofferenze che si sono sedimentate e che sono aumentate nel corso del tempo".

A chi gli ha chiesto di replicare all'accusa di voler fare una passerella politica, Conte ha risposto: "Se voi non ci foste, non sarebbe una passerella. Io non vi ho chiamato, si è diffusa la voce. Se ci siete voi, diventa una passerella. Non mi seguite, per cortesia".

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